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Martedì, 30 Aprile 2024
Pompieri e polizia / Canicattì

Brucia l'auto di un avvocato, avviate le indagini: non è escluso un cortocircuito

L'ipotesi del rogo doloso non è stata ancora completamente archiviata, ma non sembra essere tenuta in grande considerazione

Non sono state trovate tracce di liquido infiammabile, né bottiglie o taniche sospette. Non si esclude che le fiamme abbiano avuto origine da un corto circuito della centralina, ma non c'è ancora nessuna certezza. E l'ipotesi del rogo doloso non è stata ancora completamente archiviata. Servirà ancora un po' di tempo verosimilmente per mettere dei punti fermi e stabilire cosa effettivamente ha innescato la scintilla iniziale che ha danneggiato la Jeep Cherokee di proprietà di un avvocato. 

E' nella notte fra lunedì e ieri che i vigili del fuoco del distaccamento cittadino e i poliziotti del commissariato sono accorsi in pieno centro, a Canicattì. A bruciare appunto l'autovettura di un legale. I primi, idranti alla mano, si sono prodigati per aver la meglio sulle fiamme. Gli agenti della polizia di Stato invece hanno, come sempre avviene nei casi di incendi, sentito sia l'avvocato e si sono poi occupati, assieme ai pompieri, del sopralluogo di rito. Né accanto, né nei pressi della vettura sono stati appunto trovati elementi utili per poter parlare, e fin da subito, di un rogo doloso. Fra l'altro viene fortemente tenuta in considerazione l'ipotesi di un'origine accidentale, dovuta ad un cortocircuito della centralina. E questo anche perché le fiamme hanno interessato la parte del vano motore.   

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