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Sanità

Il “destino” degli assistenti sociali per l’emergenza Covid, il sindacato vuole maggiori garanzie

E’ stato chiesto che l’orario di lavoro sia pari almeno a 18 ore settimanali per dare dignità a chi continua a garantire ai cittadini un servizio essenziale

Più dignità e soprattutto più diritti per i tantissimi assistenti sociali e professionisti specializzati nell’affrontare l’emergenza Covid: lo chiede a gran voce il sindacato di categoria Sunas aderente alal Confederazione CSE.

In particolare si chiede che l’orario di lavoro sia pari almeno a 18 ore settimanali.

“Riteniamo tale scelta necessaria non solo per dare dignità al lavoro di tanti professionisti impegnati nei servizi sanitari e socio sanitari territoriali - dice il segretario generale Salvatore Poidovani che si rivolge anche all’Asp di Agrigento - ma soprattutto per continuare a garantire ai cittadini interventi a livello multiprofessionale e multidimensionale, fondati su criteri di efficacia, efficienza, qualità ed appropriatezza nell’ottica di una reale integrazione socio-sanitaria.

Assegnare un monte orario al di sotto della suddetta soglia, come ci risulta stia avvenendo in alcune aziende sanitarie, rischia di ridurre drasticamente le attività socio-sanitarie di prevenzione, cura e riabilitazione che fino ad oggi, pur tra mille difficoltà, hanno fornito adeguate risposte alle situazioni di bisogno, di disagio di fragilità in cui si trovano tante persone, in particolare minori, anziani e disabili.

Resta inteso che per il Sunas l’obiettivo da perseguire è quello di rafforzare il sistema salute in Sicilia, anche attraverso il potenziamento degli organici, favorendo rapporti di lavoro stabili ed eliminando le forme di precariato non in grado di assicurare la qualità e la continuità degli interventi.

Per questo continueremo a sollecitare le istituzioni regionali e locali a procedere a nuove assunzioni, implementando le dotazioni organiche, utilizzando le eventuali graduatorie esistenti e ricorrendo a forme di stabilizzazione previste dalla legge e in coerenza con i piani aziendali del fabbisogno del personale”.

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