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Cronaca

Escluso per superamento dei limiti d'età, il Tar riammette giovane al concorso per la Penitenziaria

Il candidato, nel dicembre del 2020, era risultato vincitore del concorso per agente, ma era stato inserito con riserva dal ministero in attesa della pronuncia di merito del giudice amministrativo.

Il Tar del Lazio ha incluso definitivamente nella graduatoria del concorso per 938 agenti di polizia Penitenziaria un giovane agrigentino che era stato escluso per superamento del limite d'età. 

G.A., agrigentino di 31 anni, nel marzo del 2019, ha presentato la domanda di partecipazione per l’ammissione al concorso, evidenziando di avere svolto in precedenza servizio militare in qualità di volontario in ferma prefissata. Dopo la correzione della prova scritta, fatta nel luglio 2019, sono stati pubblicati gli esiti che attestavano il superamento della prova.

Il 26 settembre del 2019, il ministero della Giustizia ha notificato a G.A. il decreto di esclusione dal concorso pubblico perché - a dire dell’amministrazione - il trentunenne non risultava in possesso del requisito anagrafico previsto dal bando di concorso, avendo compiuto e quindi superato il ventottesimo anno di età, età che però aveva al momento della presentazione della domanda per il concorso. G. A. ha quindi fatto ricorso davanti al Tar Lazio, con il patrocinio degli avvocati Girolamo Rubino e Giuseppe Gatto, per l’annullamento, previa sospensione, del provvedimento di esclusione. Gli  avvocati Rubino e Gatto hanno sostenuto l’illegittimità del provvedimento di esclusione, in quanto il limite di età previsto dal bando (28 anni) avrebbe dovuto essere innalzato per il periodo pari all'effettivo servizio militare prestato in precedenza da G.A., ovvero in 31 anni, in quanto il giovane agrigentino poteva vantare ben tre anni di servizio militare volontario.

Il Tar Lazio - condividendo le tesi difensive degli avvocati Rubino e Gatto - accoglieva la richiesta di sospensione dell’esecuzione del decreto di esclusione, ordinando al ministero della Giustizia di ammettere G.A. alle successive prove psico-fisiche ed attitudinali previste dalla procedura selettiva per allievi agenti di polizia Penitenziaria. Nel dicembre 2020 è stata approvata la graduatoria finale del concorso del quale il giovane agrigentino risultava vincitore, ma inserito con riserva dal Ministero in attesa della pronuncia di merito del giudice amministrativo.

G. A., sempre assistito dagli avvocati Rubino e Gatto, hanno proposto motivi aggiunti al ricorso. Il Tar Lazio, condividendo le tesi difensive degli avvocati Rubino e Gatto, ha definitivamente accolto il ricorso principale e i motivi aggiunti presentati affermando l’illegittimità dell’espulsione dal concorso ed includendo G.A. in posizione utile nella graduatoria del concorso senza alcuna riserva.re, con il medesimo provvedimento, il giudice amministrativo ha condannato il ministero della Giustizia al pagamento delle spese legali del contenzioso, liquidate in 1.500 euro. 

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