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Colonne d'ercole

Colonne d'ercole

A cura di Fabio Russello

Il mondo alla rovescia

L’unico criterio possibile era quello delle sentenze  passate in giudicato. E’ l’unico criterio oggettivo, l’unico sistema per non sconfinare nell’arbitrio. E’ del tutto evidente che poi, purtroppo, chi è “ricco” ha combattuto più a lungo la battaglia legale e che dunque le sentenze siano più recenti

Dunque ste benedette demolizioni vanno avanti. Non ci sono state – come qualcuno aveva sperato – sommosse popolari e gli abusivi non solo non sono scesi in piazza (come era successo nel 2001 con alla testa l’allora vescovo Ferraro) ma addirittura sono loro stessi a demolire l’abuso. Eviteranno l’addebito delle spese di abbattimento e ci fanno pure una gran bella figura. A questa gente va la solidarietà umana di tutti noi: hanno sbagliato e ne stanno pagando le conseguenze. 

Ma è un mondo alla rovescia perché parte di Agrigento – minoritaria, ma rumorosa – grida  all’ingiustizia sollevando banalmente la questione dei muretti che vanno giù e dei palazzi che restano su. 

L’unico criterio possibile era quello delle sentenze  passate in giudicato. E’ l’unico criterio oggettivo, l’unico sistema per non sconfinare nell’arbitrio. E’ del tutto evidente che poi, purtroppo, chi è “ricco” ha combattuto più a lungo la battaglia legale e che dunque le sentenze siano più recenti. Ma la falla è stata aperta e da ora in avanti nulla sarà più come prima. La Procura di Agrigento si è mossa ed ha sollecitato con le buone e con le cattive gli uffici di Comune, Soprintendenza e Parco a far rispettare la legalità. Lo scandalo ci sarebbe, da ora in avanti, se non fossero demoliti anche gli altri abusi su cui grava una sentenza passata in giudicato. Questo sì che sarebbe un inaccettabile arbitrio.

Il mondo alla rovescia

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