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Sabato, 27 Aprile 2024
Tre milioni di positivi

Perché è importante vaccinarsi contro il papilloma virus

Infezione sessualmente trasmessa più comune nel mondo, l'Hpv è causa di tumori e infertilità. Ne parla, a Today.it, Carlo Foresta, professore ordinario di Endocrinologia all'università di Padova

Il 4 marzo è stata la Giornata mondiale per la lotta contro l'Hpv, noto come papilloma virus, volta a sensibilizzare sull'importanza dello screening e della vaccinazione. Parliamo dell'infezione sessualmente trasmessa più comune al mondo, che nella maggior parte dei casi è asintomatica e l'organismo se ne libera spontaneamente. Talvolta però diventa cronica e, nel tempo, la permanenza del virus nelle cellule può causare patologie benigne e tumorali, nonché l'infertilità negli uomini e la poliabortività (perdita ricorrente di gravidanze) nelle donne.

Today.it ne parla con Carlo Foresta, professore ordinario di endocrinologia presso l'Università di Padova, che - prima di entrare nel dettaglio - fa una premessa: "Il vaccino deve essere gratuito fino ai 45 anni. E i maschi sono a maggior rischio di tumore rispetto alle donne".

Tre milioni di italiani positivi

I risultati di uno studio pubblicato sulla rivista internazionale The Lancet illustrano la presenza di almeno un ceppo di Hpv nel 31% degli uomini sopra i 15 anni d'età. Considerando la popolazione italiana maschile tra i 18 e i 50 anni stimata in oltre 10 milioni - e stando alle previsioni che danno l'infezione del maschio al 30% -, ciò si traduce in almeno 3 milioni di italiani positivi al papilloma virus.

La fascia dai 25 ai 45 anni è, in particolare, del tutto scoperta dalla vaccinazione. E invece ci sono patologie connesse all'Hpv che vanno attenzionate. "Ad esempio - riprende il professor Foresta - in questa età target l'uomo ha una prevalenza di infezione costante ed elevata, intorno al 35%". Ciò conferma il costante aumento dei casi di carcinomi orofaringei, "che nel 2023 hanno superato quelli al collo dell'utero: 2.400 quest'ultimi e 7.400 del cavo faringeo, che sono soprattutto maschili", continua l'esperto.

Ostacolo alla fertilità naturale

Il professor Foresta spiega poi che "quando il papilloma virus è nel liquido seminale, l'uomo è infertile. Quella interessata è la fascia di età 25-45 anni, e nel 20% dei casi abbiamo riscontrato una positività all'Hpv test. Si tratta di uomini che, se vaccinati, ridurrebbero di molto l'insorgenza della patologia". Rispetto alla donna, poi, che ha un picco di infettività prima dei 26 anni (per poi decrescere con l'età), la presenza del virus nell'uomo rimane elevata e costante almeno fino ai 50 anni.

Numeri, questi, che sottolineano quanto conti includere i maschi nelle strategie di prevenzione per ridurre le malattie e la mortalità correlate all'infezione. "Occorre che l'uomo e la donna possano beneficiare della vaccinazione gratuita fino ai 45 anni di età, per prevenire le patologie del papilloma virus correlate e diminuire la probabilità di contrarre l'infezione da Hpv. Con conseguenze sulla fertilità e poliabortività", conclude il professor Foresta.

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