rotate-mobile
Lunedì, 29 Aprile 2024
Il caso

“Agrigento Capitale della cultura a rischio flop”: le perplessità de Il Sole 24 Ore

Il quotidiano economico-finanziario di Confindustria parla di una situazione di sostanziale stallo a 8 mesi dalla proclamazione: “Manca ancora la fondazione”

Un titolo indubbiamente prestigioso quello di “Capitale italiana della cultura”, ma anche capace di trasformarsi fatalmente in un boomerang.

“Non è una commedia pirandelliana, come verrebbe da credere, ma un pezzo da teatro dell’assurdo. È quello che viene da pensare nel considerare il ‘cantiere’ di  Agrigento  Capitale italiana della cultura per il 2025. Siamo quasi all’inizio del 2024 ed è ancora il caos, è il caso di dire. Il sindaco di Agrigento Franco  Micciché si sforza di manifestare ottimismo, ma i nodi da sciogliere sono parecchi in una vicenda che si è fatta sempre più complicata con il passare del tempo. Una questione su tutte: dal 31 marzo, giorno di proclamazione di Agrigento Capitale della cultura 2025, ci sono voluti quasi 8 mesi per arrivare al voto del consiglio comunale sullo statuto della Fondazione”. E' questo l’incipit dell’articolo apparso nell’edizione di questa mattina, mercoledì 27 dicembre, del Il Sole 24 Ore.

Chi ha mostrato in questi mesi perplessità sulla “tenuta” di Agrigento in vista di una simile promozione, non è stato dunque un cattivo profeta. E’ stata una preoccupazione fondata e non una critica preconcetta nei confronti di chi amministra la città.

Il Sole 24 Ore, parlando sempre della Fondazione che ancora non c’è, fa riferimento alla mancanza dei voti del Consorzio universitario Empedocle e del Comune di Lampedusa che sono entrambi indicati come soci nella proposta poi approvata. E cita lo stesso Miccichè: “Nei prossimi giorni andiamo dal notaio e poi procediamo con la nomina del Consiglio di amministrazione: dal primo gennaio 2024 saremo operativi". Ma secondo il quotidiano economico-finanziario di Confindustria la faccenda non è così semplice tra “veti, polemiche politiche, pressioni e rivendicazioni”.

Anche il presidente del Consorzio universitario, Nenè Mangiacavallo, attualmente in regime di prorogatio, viene tirato in ballo nell’articolo riportando una sua precedente dichiarazione: “Non è stato fatto un lavoro di preparazione all’accoglienza. E’ tutto ancora da fare ed è necessario mettersi attorno a un tavolo e ritrovare lo spirito giusto per un impegno corale”. 

Infine un riferimento a quanto detto da Vittorio Messina, presidente di Assoturismo Confesercenti: “C’è da lavorare su un progetto articolato e siamo ancora impantanati nelle costituzione della Fondazione. Si corre il rischio di fare brutta figura: citeremo per danni la classe politica".

Immediata la reazione dell’ex sindaco Lillo Firetto sui social: “Citare per danni la classe politica come propone Vittorio Messina? Sì, meriterebbero di pagare di persona per l'inadeguatezza. Ma la nave affonderebbe comunque. Credo che sia utile, invece, quello sforzo collettivo auspicato dal presidente dell’Ecua uscente. Non perché lo meritino vista la prova di sé che hanno offerto, ma per Agrigento, città che dovremmo salvare da una prospettiva così indecorosa. E per gli agrigentini, finora spettatori a volte distratti, di un processo che è invece pensato per avere una dimensione corale. Siamo fuori tempo massimo, serve un miracolo”.

In Evidenza

Potrebbe interessarti

“Agrigento Capitale della cultura a rischio flop”: le perplessità de Il Sole 24 Ore

AgrigentoNotizie è in caricamento