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La pesca nel Mediterraneo rischia il collasso troppi stock sono sovrasfruttati

OCEANO2012, WWF e Legambiente spingono affichè il Parlamento Europea il 23 ottobre decida di stanziare fondi per il recupero del sistema ittico europeo ormai al collasso. Il Mediterraneo italiano è quello che rischia di più.

Il prossimo 23 Ottobre a Strasburgo il Parlamento Europeo dovrà prendere una decisione per quanto riguarda la presenza ittica nei mari del vecchio continente, Mediterraneo in primis. Il nodo da sciogliere è se, nell’ambito del nuovo Fondo Europeo per gli affari marittimi della pesca (FEAMP), si scelga di ripristinare gli aiuti per la costruzione di nuovi pescherecci o aumentare le risorse per migliorare la gestione della pesca attraverso la raccolta di dati, nuovi controlli e recupero di stock.

I dati che sono stati raccolti dimostrano palesemente come il sistema di pesca che attualmente è applicato in Europa, non solo non può reggere, ma rischia di portare l’intera biodiversità marina al collasso.  Il Mar Mediterraneo è quello più vicino ad una vera e propria catastrofe ambientale. I dati  emersi dalla coalizione OCEANO2012, di cui fanno parte anche Legambiente e WWF confermano la drammaticità del caso.  Il Comitato scientifico, tecnico ed economico della pesca europea (STECF) afferma che gli stock ittici del Mediterraneo non possono reggere ulteriormente uno sfruttamento come quello attuale, in quanto il livello non è più sostenibile. Sempre secondo il comitato per riuscire ad evitare il disastro ambientale bisogna immediatamente ridurre la pesca di almeno il 45-51%, con punte di addirittura il 90% in determinate aree particolarmente colpite per specifiche specie, come ad esempio il nasello.

 Focalizzando l’attenzione sulle acque italiane la situazione precipita ulteriormente. Nel Tirreno centrale e meridionale  tutti gli stock esaminati sono Per tutte queste cause OCEAN2012  e WWF hanno inviato una lettere agli europarlamentari italiani: "per la pesca nel Mediterraneo siamo vicini al punto di  non ritorno. O si mettono immediatamente in atto misure per il recupero degli stock o assisteremo a breve a una crisi irreversibile delle risorse del nostro mare e dello stesso settore della pesca".

Per questo diviene fondamentale la decisione del Parlamento Europeo, che seppur senza grande clamore a livello di media nazionali rischia di diventare decisiva per il futuro dei nostri mari.

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