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Elezioni Comunali 2012

Elezioni, "Conosciamoli": Marco Zambuto

Nasce e cresce ad Agrigento. Trentanove anni, sposato con Marzia. Cattolico. Sin da giovane partecipa attivamente alla vita della città. E' stato rappresentante degli studenti al liceo, poi militante nella Democrazia cristiana

Riprendiamo la rubrica "Conosciamoli" con il sindaco uscente, Marco Zambuto. Nasce e cresce ad Agrigento. Trentanove anni, sposato con Marzia. Cattolico. Sin da giovane partecipa attivamente alla vita della città. E’ stato rappresentante degli studenti al liceo, poi militante nella Democrazia cristiana. A vent’anni è eletto consigliere comunale, il più giovane dei consiglieri. Assessore al bilancio nella Giunta di Aldo Piazza, si dimette dopo un anno e mezzo. Nel 2007 è eletto sindaco di Agrigento. Adesso cerca il raddoppio, eccolo di nuovo in corsa a Palazzo dei Giganti. 

"Conosciamoli", il candidato Marco Zambuto

- Descriva la persona Marco Zambuto.
"Un ragazzo estremamente semplice. Cresciuto con questo spirito di voler dare un contributo, di volersi dedicare alla città. E alla fine ho avuto la fortuna di fare davvero ciò che mi piaceva fare, partendo sempre dalle condizioni che ho voluto: quelle di esprimermi liberamente. Per il resto, quando non sono impegnato politicamente mi piace stare molto a casa dove sto purtroppo poco. Stare a casa è la cosa che preferisco di più". 
 
- Cinque anni fa come ha affrontato la sua famiglia la decisione di candidarsi a sindaco e come sta affrontando adesso la sua ricandidatura?
"Sia cinque anni fa che adesso ho sempre goduto del sostegno pieno della mia famiglia, che poi però paga un prezzo altissimo di questa mia esperienza. Sostanzialmente mi è venuta a mancare la vita privata e a pagare di più è stata mia moglie. Mi sono sempre stati tutti molto vicino, soprattutto nei momenti di difficoltà".
 
- Perché ha scelto di ricandidarsi?
"Perché non potevo consentire che il percorso di cinque anni venisse vanificato dal ritorno del passato di metodi e soprattutto di uomini, apparati e gruppi di potere. Oggi la rappresentazione che abbiamo delle candidature è sintomatica, anche di quello che sono stati questi cinque anni. Il fatto che io mi presenti con l'Udc, da me rappresentato ad Agrigento, e il Patto per il territorio, che è una lista civica, significa che in questi anni io sono stato da solo a governare una città con mille difficoltà. Voglio continuare quanto fatto finora. Se avessi visto su un piano politico proposte di servizio frutto non di una logica di potere, ma di vero servizio nei confronti della città, avrei anche fatto un passo indietro. 
 
- Cosa si rimprovera e di cosa è soddisfatto?
"Mi rimprovero di alcune scelte sbagliate, ma fatte in buona fede. Ma non ho il rimpianto di non averle fatte. Se quattro anni fa non avessi compiuto la scelta del Pdl, magari oggi i miei avversari avrebbero detto che ho scelto l'isolamento. Invece ho fatto quella scelta perché ho pensato che un ministro agrigentino avrebbe potuto aiutare la città. Al consuntivo, però, risultò un errore politico. Vado orgoglioso del fatto che non esiste, su un piano di contenuti, qualcuno che viene a dirmi che ho sbagliato dal punto di visto amministrativo. Tagli, risanamento finanziario, senza mettere tasse. Abbiamo lavorato per la ricostruzione di un presente. In questi anni ho poi puntato sulla soluzione di problemi mai affrontati finora tra cui quello della rete idrica, del centro storico, del risanamento finanziario appunto". 
 
- Qualcuno dei tuoi avversari smentisce il risanamento, ma smentisce anche i finanziamenti ottenuti per i progetti del centro storico, come ha dichiarato Totò Pennica.
"I numeri sono sotto gli occhi di tutti. Con fatica abbiamo cercato di fare un bilancio preventivo nel 2007 e da lì il risanamento. Si possono vedere i numeri al Comune per capire quanti e quali sono stati i debiti che abbiamo pagato, senza fare debiti fuori bilancio. Per quanto riguarda il centro storico, abbiamo  pubblicato anche una brochure in cui ci sono tutti i progetti presentati; abbiamo già avuto i finanziamenti per alcuni di essi. Per gli altri progetti, invece, non siamo riusciti a presentare gli 'esecutivi', in quanto occorrono i soldi. A Pennica diciamo che i soldi che abbiamo utilizzato per sistemare e sostituirci a lui come proprietario di un immobile in via Neve e in via Saponara, ci sarebbero potuti servire per fare gli avvisi per dare poi incarico agli ingegneri di procedere con i progetti esecutivi".
 
- "Agrigento al di sopra dei partiti". Cinque anni fa la candidatura di Marco Zambuto anticipava ciò che sta si sta accentuando solo oggi, ossia la crisi dei partiti e il tentativo di cambiamento. Zambuto dopo pochissimo tempo dall'insediamento si lascia abbracciare da Angelino Alfano, tradendo il tuo elettorato. Questo matrimonio però fallisce. Fallisce anche lo slogan "al di sopra dei partiti". Cosa è successo? 
"La campagna elettorale del 2007 fa partire questo 'vento nuovo', che viene frenato dalle elezioni politiche anticipate del 2008. La città di Agrigento votò il Pdl con una percentuale molto alta e ciò condizionò le vicende politiche. Ecco il motivo per cui, alla luce di questo dato, mi rivolsi ad Alfano, come avrebbe fatto qualsiasi persona responsabile, cercando di dare un'opportunità ad Agrigento. Quando lo spirito dell'intesa è stato tradito, con il totale disinteresse verso la città, si è rotto il patto. Quel 'al di sopra dei partiti' ha significato però non farsi lottizzare, condizionare e impedire che il Comune diventasse oggetto di bramosia di quei gruppi di potere".
 
- Angelino Alfano, però, di contro le rimprovera di non essere stato all'altezza in questi anni.
"Non so se sono stato all'altezza della situazione o meno. Però so quello che ho fatto nei confronti di questa città e sono sotto gli occhi di tutti anche le richieste che ho fatto ad Alfano: il discorso sulle spese del Tribunale che vengono anticipate solo del Comune di Agrigento, ma anche la vicenda della rete idrica, poi risolta grazie alla Regione". 
 
- Qual è l'errore che ha paura di commettere?
"Sono sereno. E' chiaro che gli errori si possono sempre commettere, ma sono comunque accettabili quelli fatti in buona fede".
 
- Che rapporto ha con i suoi avversari di questa competizione elettorale?
"Ci conosciamo tutti, potremmo dire. Con loro ho dei buoni rapporti di cordialità".
 
- Un aggettivo per ciascun avversario.
"Arnone, una 'virrina'; Pennica, 'pilu russu'; Lo Bello, sindacalista; Carta, etereo".
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