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Martedì, 23 Aprile 2024
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Strage di cani a Sciacca, il sindaco Valenti: "Hanno augurato la morte a me ed ai miei figli"

Duro lo sfogo del primo cittadino, una lunga lettere contro chi in queste ore ha deciso di scagliare la propria rabbia verso di lei

Sono stati quindi i randagi avvelenati a Sciacca. E’ stata una strage che ha fatto scattare l’intervento della polizia. Per uccidere i cani sarebbe stata utilizzata una sostanza a base di insetticida. “E’ stato un gesto vile”, ha commentato Nello Musumeci, presidente della Regione. Questa mattina, il sindaco di Sciacca, Francesca Valenti ha scritto un lungo post sui social. Il primo cittadino di Sciacca, secondo quanto ha riferito, sarebbe stato pesantemente insultato.

"Un delinquente spregevole avvelena i cani e coloro che si professano civili, sensibili e, quindi, indignati si prodigano ad avvelenare una regione, una città, una comunità, una persona che non conoscono affatto. In queste ore mi è arrivato di tutto, anche l’augurio di morire insieme ai miei figli. Chi ama gli animali non può non rispettare gli uomini. Tanti messaggi privi di un elemento ineludibile: l’umanità. Non sono colpevole e non intendo scusarmi - ha scritto il sindaco di Sciacca. Ho provato un enorme dispiacere nel vedere la foto della strage che, tuttavia, non avrei potuto immaginare e prevenire. Sono cresciuta in una famiglia di cui un componente è sempre stato un cane; sono stata educata da una madre che curava i randagi feriti; ho pianto la morte di Fufi, di Nerina, di Schul, di Ula, di Cruiff, di Ulisse. Hanno avvelenato la mia cagnetta una fredda notte d’inverno, perché abbaiava, e hanno ucciso davanti ai miei occhi un cane randagio che avevamo adottato, perché immaginato aggressivo. Chi siete voi per scrivere, minacciare, maledire? Chi vi dà il diritto di parlare contro una persona che non conoscete? Quello che è successo ai poveri cani non deve più succedere. Stiamo facendo e faremo del tutto per tutelare gli animali e ciò non per fare un favore a qualcuno o per timore, ma per dovere e per rispetto della mia città nonché di me stessa e della mia storia. Peraltro, è evidente che ho l’obbligo di tutelare la dignità e l’immagine della mia città e dei miei concittadini nonché della mia persona e della mia famiglia. Pertanto denuncerò sia gli ignoti autori del delitto, sia i noti autori degli improperi e delle minacce".

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