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Giovedì, 18 Aprile 2024
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Strage di randagi a Sciacca, sequestrate oltre 30 esche avvelenate

I numeri non tornano. Il Comune, ufficialmente, parla di 25 carcasse recuperate in contrada Muciare. Le associazioni invece di 33

I numeri non tornano. Il Comune, ufficialmente, parla di 25 carcasse recuperate in contrada Muciare. "Una, per le analisi scientifiche del caso, si trova - rendono noto dal Municipio di Sciacca - all’istituto zooprofilattico di Palermo. Le altre sono state trasferite in un centro specializzato di Carini". Fra diverse associazioni si parla, invece, di 33 carcasse recuperate. 

Il caso diventa politico e supera lo Stretto 

Ma sono una trentina le esche avvelenate recuperate nell’area di contrada Muciare. Le hanno rinvenute gli addetti al servizio accalappiacani del Comune ma anche i volontari animalisti. 

Oipa: "Regione e Comune smettano di chiudere gli occhi"

Si cerca, intanto, di salvare gli animali ancora in circolazione. Alcuni cani verranno trasferiti al rifugio di Santa Margherita Belice. A Sciacca sono arrivati i volontari dell’Enpa di Catania Adrano e Agrigento. 

Il sindaco: "Hanno augurato la morte a me e ai miei figli"

"Al momento, l'emergenza principale è rappresentata da una ventina di cani che, stando alle informazioni raccolte da Enpa, - hanno reso noto i volontari - sono soliti frequentare i capannoni e che ancora mancano all'appello. Alcuni animali sono stati intravisti dai volontari ma non è stato possibile metterli in sicurezza. L'area è stata posta sotto sequestro dai carabinieri. Tuttavia poco o nulla è dato sapere sia sull'inizo delle operazioni di bonifica  previste per legge sia sugli interventi di recupero dei randagi sopravvissuti - proseguono dall'Enpa - . 

"L'amministrazione comunale - spiega Cataldo Paradiso, presidente dell'Enpa di Catania - è assente e, a parte qualche frase di circostanza, continua a fare poco o nulla per tutelare l'incolumità dei suoi cittadini a quattro zampe, contravvenendo così agli obblighi imposti dalla legge". "Chiediamo alle autorità e alle istituzioni di intervenire con la massima urgenza, ciascuna per le proprie competenze. Se a fronte di tali inadempienze, nelle prossime ore altri cani dovessero perdere la vita per i bocconi avvelenati riterremo il sindaco personalmente responsabile di queste morti. Alla magistratura il compito di individuare e punire sia gli autori materiali di questo gesto criminale, sia le istituzioni che lo hanno permesso grazie alla loro inerzia. Ai cittadini - conclude Carla Rocchi, presidente nazionale di Enpa - il diritto/dovere di pretendere che gli amministratori pubblici rispettino la legge e tengano fede ai propri impegni".
                                                                          
 

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