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Opere edili all'interno del cimitero, il Gup dispone 7 rinvii a giudizio

Secondo l'accusa, i lavori sarebbero stati realizzati senza i necessari permessi e autorizzazioni

Sette rinvii a giudizio. Li ha disposti il Gup del tribunale di Sciacca, Alberto Davico. Rinvio a giudizio per abuso d’ufficio di un dirigente del Comune di Sciacca, Aldo Misuraca, di 59 anni, e del custode del cimitero, Danilo Carrubba, di 45, nell’ambito di una vicenda che riguarda la realizzazione di opere edili all’interno del cimitero per le quali non ci sarebbero stati i permessi e le autorizzazioni necessarie. Lo riporta oggi il Giornale di Sicilia. Misuraca, dirigente del settore Ecologia ed impianti, avrebbe omesso di denunciare in occasione della realizzazione di un’edicola funeraria per conto di Filippo Santannera, di 66 anni, che avrebbe occupato uno spazio di servizio-passaggio fra due cappelle. Santannera è stato rinviato a giudizio per reato edilizio.

Sempre per reato edilizio è stata rinviata a giudizio Rosalia Saverino, di 52 anni, per un’edicola funeraria. A Carrubba viene contestato l’abuso d’ufficio con riferimento al presunto mancato controllo delle opere edili. Il Comune di Sciacca si è costituito parte civile in sede di udienza preliminare. Rinvio a giudizio - seguendo sempre quello che riporta il Giornale di Sicilia - per abuso d’ufficio anche per un ex dipendente del Comune di Sciacca, addetto alla manutenzione cimiteriale, Accursio Amato, di 56 anni, e per il dirigente-segretario dell’associazione Club Juventus, Antonio Catania, di 67 anni. Amato, secondo l’accusa, in cambio di denaro avrebbe svolto attività di promozione ed intermediazione in favore dell’associazione, proponendo a privati cittadini che chiedevano notizie circa la disponibilità di loculi presso il cimitero, di rivolgersi ai dirigenti di quest’associazione e segnatamente a Catania per l’acquisto di singoli loculi così procurando un ingiusto vantaggio patrimoniale all’associazione stessa. Infine, il giudice ha disposto il rinvio a giudizio per minacce di un Lsu del Comune, Giuseppe Napoli, di 64 anni. Quest’ultimo aspetto è sganciato dal resto della vicenda. Napoli, secondo l’accusa, avrebbe rivolto frasi minacciose a un altro dipendente comunale.

Il giudice Alberto Davico ha fissato la prima udienza del processo, dinanzi al tribunale, in composizione collegiale, per il 23 maggio prossimo. I difensori degli imputati avevano chiesto il non luogo a procedere sostenendo l’assoluta estraneità dei sette ai fatti che vengono loro contestati.

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