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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Raffadali Raffadali / Piazza Progresso

L'appello di Silvio Cuffaro per il primo maggio: "Senza lavoro non ci può essere un futuro"

Il discorso pronunciato sul palco di piazza Progresso è stato anche l'occasione per fare il punto sulla sua azione amministrativa dopo quattro anni di sindacatura

Assenti i sindacati nelle loro massime espressioni regionali e nazionali, come avvenuto sempre negli anni precedenti, è toccato al sindaco di Raffadali Silvio Cuffaro pronunciare il discorso del Primo Maggio che ha toccato svariati temi, senza risparmiare critiche all’attuale governo nazionale.

Con commozione Cuffaro ha iniziato il suo discorso nel ricordo di Franco La Porta, scomparso lo scorso agosto e che proprio nella giornata del 1° maggio avrebbe compiuto 60 anni.

Questo il discorso integrale di Cuffaro:

“Cittadini rappresentanti di tutte le organizzazioni sindacali, lavoratori, lavoratrici, giovani, è con grande piacere che vi do il benvenuto e vi ringrazio di essere presenti oggi in questa piazza per una festa che ogni anno si propone come momento di unione e di riflessione. Prima, però, non posso fare a meno di ricordare come Sindaco e come cittadino l’Assessore il Vice-Sindaco Il Medico e l’Amico di tutti noi proprio oggi nel giorno del suo compleanno, Franco La Porta.

Il Primo Maggio è la festa della nostra democrazia, la Costituzione pone il lavoro a fondamento della Repubblica, perché considera la persona la sua libertà la sua partecipazione creativa il suo sviluppo integrale come il perno della società come il centro dell’ordinamento come la misura delle sue regole.
Come ha affermato il nostro Presidente della Repubblica Sergio Mattarella: siamo orgogliosi della nostra carta costituzionale perché rappresenta una costante sollecitazione a superare gli ostacoli che si frappongono a una piena affermazione del diritto al lavoro a un buon lavoro.

Il lavoro consente di vivere con dignità di contribuire al benessere di tutti di passare il testimone della vita alle generazioni future.
Era il 1° maggio del 1886 quando venne indetto uno sciopero generale in tutti gli Stati Uniti d’America per ridurre la giornata lavorativa da 16 ad 8 ore. La protesta durò 3 giorni e culminò con un vero e proprio bagno di sangue.
Una carneficina che trasformò questa giornata di protesta in un simbolo quello delle rivendicazioni operaie che lottavano in tutto il mondo per ottenere diritti e condizioni di lavoro migliori. Ecco da cosa nasce la ricorrenza che ora stiamo celebrando in tutto il mondo e se qualcuno si interroga sul suo significato al giorno d’oggi, la risposta la trova facilmente da sé. 

Questo iniziale episodio dice tutto senza bisogno di altro, perché al di là di ogni facile retorica il vero significato di questa festa sta nel ricordo di quanto accadde e nel monito di ciò che purtroppo continua ad accadere. 
Per andare vicino a noi, come non ricordare oggi l’eccidio di Portella della Ginestra. Come non ricordare figure di siciliani sindacalisti che per difendere il bene del lavoro hanno dato la propria vita. Idealmente oggi sono qua con noi, e noi li ricordiamo per quello che sono stati e per ciò che rappresentano. 

Sì il 1° maggio oggi è una festa una festa che celebra l’essenza dell’essere umano ma che ci invita a ricordare. A ricordare quanti per questo valore essenziale ed irrinunciabile hanno sacrificato le proprie vite.

Quindi non possiamo non sottolineare e valorizzare l’importanza di chi e coloro che invece si sono fatti promotori e protagonisti di quelle riforme e lotte che hanno portato alla liberazione del nostro paese dal nazifascismo e alla determinazione della nostra costituzione repubblicana con i suoi principi di libertà, uguaglianza e democrazia contrariamente a quanto invece, sostenuto da un Ministro dell’attuale governo che ha dichiarato che il 25 Aprile è un “derby tra fascisti e antifascisti”, espressione dalla quale si deduce la non conoscenza della storia. Il 25 Aprile è per tutti l’inizio della DEMOCRAZIA, scevra da ogni ideologia politica ma intesa nella sua vera essenza etimologica di “potere al popolo”.

Pertanto è doveroso riconoscere alla resistenza ed ai partigiani che hanno lottato per la libertà il giusto ruolo che la storia ha decretato. Questa importante conquista però, può essere messa in discussione se manca il lavoro. Lavoro che sta sacrificando i nostri giovani.  
I nostri giovani oggi sperimentano forme di esclusione ed emarginazione: la prima e più grave è la disoccupazione giovanile che oltre a renderli poveri la mancanza di lavoro recide nei giovani la capacità di sognare e di sperare e li priva della possibilità di dare un contributo allo sviluppo della società.

Ieri a Palermo c’è stata una manifestazione in piazza con le valigie di cartone contro una Sicilia che si svuota dei giovani siciliani. Nel suo intervento don Garau ai duecento con la valigia parlando a un microfono ha detto: Guidati e sostenuti dal vescovo, vogliamo gridare fortemente al mondo politico di fare scelte concrete tangibili e visibili a favore dei nostri giovani. Non è più possibile assistere allo spopolamento di questa terra. Siamo qua per lanciare un appello di speranza non ci fermiamo qui: ogni mese terremo presente questo messaggio, che deve penetrare nelle coscienze. A fermare i giovani non bastano le recenti proposte del governo siciliano per riprendere le redini e dell'occupazione giovanile ribadisco di non essere interessato al confronto politico con nessun soggetto in particolare quanto piuttosto alla sensibilizzazione di tutta la classe dirigente.

Personalmente invito i giovani a non aspettarsi di vivere senza lavorare  dipendendo dall’aiuto degli altri aiutare i poveri con il denaro dev’essere sempre un rimedio provvisorio per far fronte a delle emergenze. Perché il lavoro per un giovane non è semplicemente un’attività finalizzata a produrre un reddito. È un’espressione della dignità umana è un cammino di maturazione e di inserimento sociale è uno stimolo costante a crescere in termini di responsabilità e di creatività è una protezione contro l’individualismo e la comodità.

Quindi ribadisco che il lavoro è l’essenza della dignità dell’uomo e senza di esso non ci può essere un futuro e dico a questi del governo invece di litigare lavorate perché ci sia più lavoro e per tutti. Lavoro non assistenza. A tutti voi dico che la risposta a tutti i populismi e sovranismi del mondo è in una sola parola lavoro!

 Il lavoro che oggi è purtroppo il grande assente del dibattito politico attuale.  Un dibattito continuo che viene dettato da questa assurda maggioranza che litiga in continuazione su tutto e se ne frega dei veri problemi che assillano gli italiani. Anziché governare passano il loro tempo tra un talk televisivo e l’altro, buttandosi fango addosso vicendevolmente e scambiandosi reciproche accuse e velenosi sospetti, mai in presenza l’uno dell’altro, ma sempre da soli, per nascondere in questo sporco ed ingannevole gioco delle parti la loro incapacità di governare.

 Oltre del lavoro è necessario parlare del merito. Si anche il merito, perché vedete come è criticabile chi vive di rendita perché ricchissimo e non sente il bisogno di lavorare, parimenti è da criticare chi pretende di vivere di assistenza e magari non vuole cercarsi un lavoro. Anche questo è sbagliato perché significa vivere alle spalle di altri onesti lavoratori. Il Limite di tutti i provvedimenti assistenzialisti posti in essere dai populisti è proprio questo Fare credere ai più poveri ai più sfortunati che possono campare di assistenza senza bisogno di lavorare, tanto ci sono loro che danno il reddito di cittadinanza ed i pacchi viveri. No! Non può essere così non deve essere così.

Certo non è un momento facile quello che stiamo attraversando e la classe politica negli ultimi anni si è dimostrata spesso inadeguata a prendere misure efficaci ed eque che potessero intervenire per correggere le storture del mercato e del lavoro in genere.
Occorre avere la capacità di unirsi a tutti quegli imprenditori che vogliono investire in innovazione dobbiamo inventare per forza qualcosa che produca lavoro e che nel contempo produca non solo reddito ma anche solidarietà e nuove forme di aggregazione fra i lavoratori tutti. 

Infatti dobbiamo rinnovare i punti di riferimento che ora sono allentati e solitari e far convergere tutte le forze produttive in modo da far esplodere tutte le potenzialità che lavoratori ed imprenditori hanno.   
Tutto ciò, si potrà realizzare qualora tra le forze di governo vi sia attenzione e capacità.
Da troppi anni ormai il nostro pensiero va alle migliaia di persone giovani e meno giovani che cercano un lavoro dignitoso che consenta loro di mantenere se stessi e le proprie famiglie, rispondendo ai bisogni che rendono ognuno di noi soddisfatto della propria vita. 

E c’è un altro fenomeno che non solo non si arresta ma cresce che in un mondo dove il lavoro viene meno sembrerebbe assurdo pensare … oggi si continua a morire di lavoro e per il lavoro. Dopo anni in cui si è registrata una graduale e lenta diminuzione delle morti bianche oggi purtroppo, pur in assenza di un incremento dell’occupazione si verifica un assurdo aumento di morti sul lavoro. Lavoratori che una mattina sono usciti di casa per andare al lavoro e non vi hanno fatto più ritorno.

Morti bianche come le definisce frettolosamente la cronaca. E tutto ciò avviene senza che si oda una voce forte ed alta da chi in questo momento ci sta governando. Solo il nostro Presidente della Repubblica Sergio Mattarella ricorda a tutti, con la dovuta autorevolezza, l’urgenza e l’attualità di questo triste fenomeno. Se si analizza il dato ci si accorge che la categoria più ricorrente è quella appartenente al mondo operaio che puntualmente ogni anno paga un pesante tributo di sangue.

A loro ed a tutti gli altri lavoratori caduti sul lavoro e nell’espletamento del proprio servizio oggi indirizziamo il nostro commosso pensiero. E per tutti, auguriamo un futuro che veda più lavoro ma anche più sicurezza, perché si può morire per il lavoro come ci insegna  la storia del 1° Maggio ma non si può e non si deve morire di lavoro. 

Raffadali è una piccola realtà che da sola non può fare molto per le sorti dell'economia nazionale e che tuttavia nel suo piccolo, può difendersi ed affrontare quella che è oggi la sfida centrale, per l'Italia e per tutto il territorio, cioè quella dell'occupazione. 

La nostra Città non è nuova a battaglie importanti e talvolta anche in politica difficili e ambiziose. Noi Raffadalesi abbiamo dimostrato, che quando vogliamo, siamo in condizione di raggiungere risultati importanti e lusinghieri. Prima fra tutti con la raccolta differenziata che ci ha portati ad essere tra i primi paesi in Sicilia che ne ha avuto il riconoscimento il ritorno alla coltivazione della terra, la nascita di aziende agricole è in aumento il percorso del riconoscimento del marchio DOP per il Pistacchio di Raffadali con la relativa nascita dell’associazione formata da  produttori, coltivatori e trasformatori del pistacchio il Fastuca Fest al quale abbiamo aggiunto  il valore dell’arte come mezzo per promuovere il prodotto l’evento il nostro Comune il territorio e la crescita collettiva di una intera comunità.

La partecipazione alla rassegna internazionale di arte contemporanea della città di Venezia  è stata una meta che se da un lato ha gratificato gli sforzi fin qui compiuti  dall’altro ci invita a fare sempre meglio e raggiungere nuovi traguardi l’istallazione Green progettata dagli architetti Laura Galvano e Aldo Li Bianchi che pubblicamente ringraziamo per aver partecipato al prestigioso concorso veneziano che di conseguenza ha dato lustro e risonanza internazionale alla città di Raffadali, al Fastuca Fest e al nostro pistacchio è stata un’opera partecipata,  il lavoro è stato condiviso da tantissimi, Amministrazione Comunale, Associazione per il riconoscimento del pistacchio DOP e voglio ringraziare il Presidente Rino Frenda i  cittadini raffadalesi sia per la realizzazione delle 3000 foglie sia per la loro collocazione insomma, TUTTI UNITI PER UN OBIETTIVO COMUNE: Una Raffadali sempre più sviluppata, progredita e moderna.

Bisogna continuare con la diffusione della cultura del turismo enogastronomico. Con il diffondersi della conoscenza e della sensibilità sul tema, l'enogastronomia unita all’arte potrà diventare oggetto di un turismo specifico, con i suoi riti e i suoi luoghi. 
L'enogastronomia e l’arte sono d'altronde compresenti e parti essenziali dell’esperienza turistica in quanto tale. Elementi culturali cardine di una popolazione locale il binomio rappresenta uno dei fattori attrattori di una destinazione al pari di un monumento famoso o di un’oasi naturale. 

Questa è la chiave di volta per lo sviluppo economico e turistico di un territorio che ha tanto da offrire ai visitatori per la vicinanza del nostro Comune, che può trasformarsi in un paese albergo, ai siti archeologici ed alla meravigliosa costa Agrigentina.
È inevitabile che questo nuovo scenario abbia impatto anche sull'occupazione e sulle nuove professioni legate al turismo.

In questi quasi 4 anni di amministrazione tanto è stato fatto e tanto c’è ancora da fare ma un passaggio di sintesi lo vorrei fare abbiamo partecipato a tutti gli avvisi che l’Europa, lo Stato e la Regione hanno bandito, al fine di migliorare i servizi, portare sviluppo e far crescere l’economia e le opportunità di lavoro nel nostro Comune.   Siamo riusciti a creare progetti di grande rilievo ed oggi colgo l’occasione per portarli a conoscenza di tutti.

Ad oggi abbiamo presentato progetti per oltre 30 milioni di euro. Di questi già abbiamo ottenuto il finanziamento di circa 25 milioni di euro.
Entro l’estate inizierà il completamento e la messa in sicurezza anche sotto l’aspetto della vulnerabilità sismica delle nostre scuole “Giuseppe Garibaldi”', "Alessandro Manzoni”, ”Galileo Galilei” ed “Arcobaleno”.

Ho l’orgoglio di dire che siamo stati uno dei pochi comuni in Sicilia ad avere avuto finanziate tutte le scuole. Progetti per la riqualificazione del Centro Storico che a breve saranno appaltati quali: la Cittadella sportiva, il rifacimento della piazza Progresso, il consolidamento e messa in sicurezza di edifici nel quartiere abbandonato tra via Don Castrenze e la zona del Canale dove pensiamo di realizzare una piscina per la riabilitazione. 

Lo storico progetto del rione Barca di circa 10 milioni di euro che cambierà il volto di Raffadali e che con tenacia sono riuscito a far resuscitare. Il progetto di riqualificazione della via Nazionale, via Rosario e via e piazza Calvario che darà un nuovo look al nostro centro storico verrà rifatta tutta la pubblica illuminazione con lampade a led di ultima generazione dando più luminosità alle nostre strade con un significativo risparmio per il bilancio comunale che si traduce in più servizi e meno tasse ai cittadini oltre ad ampliare l’illuminazione pubblica su altre zone e via ad oggi sprovviste.

Stiamo migliorando la viabilità interna, è già in progetto l’asfaltatura di circa 200 strade per un investimento di oltre 1.300.000,00 e grazie ad un’altra iniziativa dell’amministrazione da me guidata sono state asfaltate, ed altre sono in fase di realizzazione, le strade limitrofe al paese che collegano le contrade. Per fare ciò abbiamo chiesto ed ottenuto la compartecipazione delle famiglie ivi residenti, (vedi contrada Mendolazza, Fontana Fanara, Terrasi, Butermini, Vanchitello, San Vito Zafarana, Sant’Avignone).

Colgo l’occasione per dire che ancora altre se ne possono realizzare se ci sarà la collaborazione e la compartecipazione dei cittadini residenti Sulla viabilità esterna vi sono in cantiere due progetti di grande rilievo per la nostra comunità la realizzazione della strada Raffadali-Joppolo che unirà gli abitanti di Joppolo a Raffadali con ricadute economiche e sociali importanti e la strada di collegamento Raffadali – Siculiana che ha ottenuto 2 finanziamenti: uno appaltato e l’altro in fase di aggiudicazione. Non c’è stata settimana di questo mio mandato che non mi sia recato personalmente presso i competenti uffici di Agrigento e di Palermo affinché tutto ciò si realizzasse. Inoltre, dopo avere ristrutturato nella mia precedente legislatura il Palazzo di Città di via Nazionale anche la sede decentrata del comune il cosiddetto palazzetto sarà oggetto di un importante progetto che ne cambierà totalmente l’aspetto.

A luglio daremo alla città il parcheggio in piazza realizzato alle spalle dell’edificio comunale che da tanti anni veniva da tutti reclamato ed ancora, per concludere abbiamo ottenuto un finanziamento per il potenziamento e l’adeguamento del  Centro comunale di raccolta e si è dato il via alla costruzione del nuovo Cimitero sono in corso di costruzione le gentilizie.
Tutto ciò che ho sinteticamente enunciato metterà in atto diverse attività che daranno una spinta importante all’economia locale creando lavoro.

Concludo lanciando una esortazione: tutti vogliamo che le cose vadano meglio tutti ce lo auspichiamo per arrivare a questo risultato però è necessario ritornare ad una visione di stato come bene comune il bene pubblico concepito come bene di tutti e non di nessuno e quindi salvaguardarlo come ognuno di noi salvaguarda il bene di sua proprietà.
Con questo dico a me stesso ed ad ognuno di voi Che bisogna adoperarsi affinché ognuno faccia il proprio dovere anche nel proprio piccolo lavorando per il bene comune e senza perdere mai la speranza.

Un Augurio finale, lo voglio rivolgere a tutti i ragazzi dicendo loro che non sono entusiasta dell'eredità che ha trovato la mia generazione e mi vergogno per quella che vi stiamo lasciando,  ma voi dovete convincervi che i diritti si conquistano con l'impegno e con la lotta, ed oggi che viene messa in discussione la libertà, la pace e la coesione sociale a causa della disoccupazione, dell’assenza di una libera informazione, dell’inasprirsi dei toni della politica, della nascita dei fenomeni sociali di matrice nazi-fascista, dell'aumento della povertà, dell’odio che genera altro odio; è una spirale perversa che una volta innescata, diventa una mala pianta difficile da estirpare e che porta solo cattivi frutti e ci avvia sulle strade che portano al nulla, se non all’annientamento ed alla distruzione del genere umano.

Attenzione tutte le dittature hanno avuto inizio così, conquistando od imbavagliando i mezzi di informazione e finiscono sempre con la privazione della libertà. Tira un’aria antidemocratica e liberticida, molto simile a quella che fu respirata dal Reverendo Martin Niemoller durante la dittatura Nazi-fascista, che quando fu internato a Dachau ebbe a dire le seguenti parole: “«Prima di tutto vennero a prendere gli zingari, e fui contento, perché rubacchiavano. Poi vennero a prendere gli ebrei, e stetti zitto, perché mi stavano antipatici. Poi vennero a prendere gli omosessuali, e fui sollevato, perché mi erano fastidiosi. Poi vennero a prendere i comunisti, e io non dissi niente, perché non ero comunista. Un giorno vennero a prendere me, e non c’era rimasto nessuno a protestare perché non si poteva più parlare”. 

Allora concludo facendo tesoro dell'insegnamento che il Presidente Sandro Pertini fece nel discorso di fine anno del 31 dicembre 1983: 
"Battetevi sempre per la libertà, per la pace, per la giustizia sociale. La libertà senza la giustizia sociale non è che una conquista fragile, che si risolve per molti nella libertà di morire di fame". 

Con l'auspicio di fare diventare il 1° maggio una festa di conquista e non una semplice ricorrenza, Auguro a tutti voi un Buon 1° maggio
Viva Raffadali Viva i lavoratori

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