Raffadali: "Chi nicchi e nacchi", si presenta venerdì il nuovo libro di Raimondo Moncada
L’evento è organizzato dalla assessorato alla cultura del comune di Raffadali, diretto dal prof. Luigi Costanza, che sta rilanciando alla grande l’attività culturale in città, con diverse e molteplici iniziative
Sarà presentato venerdì 22 aprile alle 18, nella sala auditorium della biblioteca comunale di Raffadali, il nuovo libro del giornalista e scrittore Raimondo Moncada, intitolato: “Chi nicchi e nacchi”.
L’evento è organizzato dalla assessorato alla cultura del comune di Raffadali, diretto dal prof. Luigi Costanza, che sta rilanciando alla grande l’attività culturale in città, con diverse e molteplici iniziative.
Lo stesso assessore Costanza interverrà alla presentazione, assieme al giornalista Egidio Terrana e al poeta Enzo Argento.
A coordinare i lavori ci sarà il regista e scrittore Enzo Alessi, ed è infine previsto un intervento straordinario di Lucia Alessi.
La Sicilia è una terra ricca di miti e leggende. Così com’è ricca la tradizione popolare con racconti, di storie reali o di fantasia, tramandati per secoli e secoli.
Per non parlare dei canti, della poesia popolare, dei giochi, delle espressioni profondamente sicule, intraducibili in altre lingue.
Chi nicchi e nacchi raccoglie cunti, canti, liriche originali che Raimondo Moncada, nato e cresciuto in Sicilia e in siciliano, ha composto nella sua lingua madre e recitati in pubbliche rappresentazioni teatrali.
Il libro include anche brani rivisitati tratti dal ricco patrimonio popolare e letterario della Sicilia. Tutto scritto in siciliano, nella lingua di Luigi Pirandello, Andrea Camilleri, Ignazio Buttitta, Nino Martoglio, Alessio Di Giovanni...
Il titolo è emblematico. Chi nicchi e nacchi, è una espressione che significa: Ma che dici? Che c’entra? Chi ci trasi?
È una sfida. Per qualcuno anche un controsenso in un momento di crisi editoriale: pubblicare e farsi leggere in siciliano quando già è diventato complicato nell’italica lingua nazionale. Operazione incoscientemente audace.
Il contenuto di questa pubblicazione è per lo scrittore motivo di riscatto e di orgoglio. Dà pubblica dignità ed espressione artistica all’originaria lingua dell’anima, vissuta non come povertà, ma come fiero arricchimento.