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Martedì, 23 Aprile 2024
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Raffadali, anche il sindaco Silvio Cuffaro scrive a Claudio Di Stefano

Non accenna a placarsi il vento che spira sul fuoco della polemica del momento. A quanto già pubblicato, aggiungiamo la nota del sindaco Cuffaro corredata da alcuni documenti che chiariscono alcuni aspetti della vicenda.

    Anche il Sindaco di Raffadali, Avv. Silvio Cuffaro, dopo l'Avv. Santino Farruggia e il Sig. Giuseppe Sicurello, interviene sulla polemica politica del momento, facendo alcune precisazioni.

 “Non era mia intenzione - in quanto ritenevo la vicenda assolutamente sterile e priva di contenuto politico e giuridico - ma, mio malgrado, sento il bisogno di fare chiarezza, conoscendo i fatti ed essendo in grado, carte alla mano, di raccontare, dettagliatamente, le tristi vicende che hanno portato all' attuale polemica politica.

 Preliminarmente, desidero ribadire che il mio pubblico intervento, non intende perorare le ragioni degli amici Farruggia e Sicurello ma, di contro, ha lo scopo di confutare, definitivamente, le mendaci affermazioni apparse, di recente, sulla stampa locale.

 Pertanto, intendo comunicare a Voi, cittadini Raffadalesi, lo stato dell'arte sulla vicenda che ha per oggetto la "presunta" privatizzazione della Villa del Voltano, notizia falsa e destituita di ogni fondamento di verità - che ha determinato una strumentale petizione popolare, dalla formulazione oscura, nel vano tentativo di raggirare la buona fede dei cittadini Raffadalesi, chiamati ad approvare fantasiosi fatti che non corrispondono alla realtà.

Sappiano - i cittadini di Raffadali - che gli anziani, le famiglie e tutti i fruitori, per entrare nella Villa del Voltano, non dovranno pagare l'ingresso.

La villa non sarà privatizzata. L'unica gestione, sarà quella di affidare ad un privato la possibilità di aprire un chiosco, in modo da creare una nuova occasione di lavoro, un soggetto che abbia l'interesse a mantenere la suddetta area pubblica pulita, ordinata e ben curata con la disponibilità gratuita di molteplici servizi.

Si è pensato, Avv. Di Stefano, solamente, di migliorare - gratuitamente - la fruizione di un bene pubblico, a modello delle Ville e dei parchi esistenti nelle più belle città.

  Altresì, è parimenti falso che, per avere la disponibilità della Sala del Consiglio Comunale o della Sala Biblioteca, si dovrà chiedere il permesso e pagare il servizio ad un privato. Infatti, chiunque vorrà utilizzare dette strutture, dovrà chiederne il permesso al Comune e la loro fruizione rimarrà sempre gratuita. 

 Paradossalmente, se fosse il comune a gestire il servizio, con il proprio personale, il cittadino dovrebbe pagare, in ossequio alla legge, almeno il 36% dei costi, somme che non verranno pagate dagli utenti, solamente con l'affidamento del servizio ad un'associazione di volontariato che lo svolge a titolo gratuito, facendosi carico dell'onere del personale.

 Pertanto, dopo queste superiori affermazioni, proviamo a fare altre doverose puntualizzazioni sulle inconsistenti esternazioni, diffuse dall'Avv. Claudio Di Stefano, forse, per convenienza personale o per sterile polemica politica.

    1) È falso, quando Lei Avv. Di Stefano, afferma di non avere mai detto che la CAPIT è stata definita una società privata. È sufficiente leggere il contenuto dei manifesti affissi col simbolo anche di " Area Popolare", di cui Lei è il rappresentante, per trarre una conclusione diversa da quanto da Lei sostenuto. Per completezza, sul contenuto di tale manifesto, ho dato già mandato ad un Legale per tutelare l'immagine e l'onorabilità del comune di Raffadali.

  2) È falso, quando Lei Avv. Di Stefano, afferma che, nel 2011, ha abbandonato la maggioranza, perché le ragioni vere, sono da ricercare nella mia volontà di allontanarla, per il suo modo ambiguo ed altalenante di fare politica.

Infatti Ella, ha platealmente rinnegato la privatizzazione del servizio riscossione, dopo aver appoggiato tutti gli atti che hanno portato alla detta privatizzazione ed all' AEG. Ella, ambiguamente, per un verso, era per la lotta all'evasione dei tributi locali e per l'altro, non faceva nulla per combatterla.

Ella, è stato in maggioranza al Comune di Raffadali per circa 5 legislature e, in tanti anni di amministrazione attiva, non è riuscito a programmare ed attivare una sana politica di gestione dei tributi. Lei, era perfettamente a conoscenza - perché, tra l'altro, informato dal sottoscritto - sugli effetti dolorosi della riscossione, che sarebbero stati politicamente dannosi ma, giuridicamente corretti per la salvaguardia degli equilibri di bilancio e la lotta all'evasione dei tributi locali.

Lei, pertanto, è stato allontanato dalla mia maggioranza perché, come è solito fare, pensava di esercitare il suo mandato di consigliere di maggioranza e, contemporaneamente, di opposizione, cavalcando il malcontento popolare e manifestando assoluta indifferenza alle " cartelle pazze ", per le quali io avevo disposto la verifica e l'eventuale correzione.

  3) È falso, quando dice che l'unico interesse che Lei ha in politica è il popolo, perché, altrimenti, Lei Avv. Di Stefano, dovrebbe spiegare come mai non ha trovato nulla da obiettare, quando l'Amministrazione che mi ha preceduto - dopo avere applicato la clausola risolutiva che il sottoscritto aveva previsto, invece di mandare a casa l'A e G - ha riaffidato, la riscossione degli accertamenti delle "cartelle pazze" alla stessa società, scaricando su altri le responsabilità e lamentandosi pubblicamente dell'accaduto.

Ed è altresì falsa, la sua dichiarazione di fare una sana politica sociale, stante ch'Ella Avv. Di Stefano, non ha mai chiesto perché l' AeG, inspiegabilmente, ha trasmesso le Cartelle esattoriali solamente dopo le elezioni regionali dell'Ottobre 2012, danneggiando i cittadini che non hanno potuto azionare il condono delle sanzioni e degli interessi, approvato dalla mia Amministrazione e prorogato fino ad Ottobre 2012.

   4) È falso quando da Lei dichiarato sulla sua coerenza politica e sulle sue scelte per le elezioni amministrative. Le ricordo che, nel 2012, Lei Avv. Di Stefano, era pronto ad entrare nella coalizione di centro-destra, e fece intervenire finanche l’allora segretario provinciale UDC Calogero Firetto, per far sì che la lista dell’UDC fosse apparentata con quelle del candidato di centro-destra, Franco La Porta.

In quella circostanza, fui proprio io ad oppormi, perché non volevo più avere a che fare con Lei ed il suo contraddittorio modo di fare politica; in quella occasione, ricordo bene, proposi al candidato La Porta di scegliere tra il suo partito o la mia lista.

  5) È falso, nel momento in cui Ella dichiara, di essere stato politicamente coerente nelle scelte operate per le elezioni comunali del 2015. Infatti, Lei Avv. Di Stefano, allorquando il centro-sinistra era diviso con poche possibilità di vittoria, era solito dire di non volersi spendere in questa competizione elettorale comunale, salvo poi scendere in campo, vigorosamente, allorquando i candidati Giglione e Virone si erano alleati.

Come al solito e come sempre Lei, Avv. Di Stefano, ha cercato di saltare sul carro che le sembrava vincente ma, questa volta - dopo oltre 25 anni di continui trasformismi politici - è andata male ed Ella ha perso.

   6) È falso, Avv. Di Stefano, quando riferisce che per la realizzazione dell'elisuperficie, Lei aveva dato la disponibilità di una sua area estesa 1000 o 1500 mq. e la nota, allegata alla presente, metterà i cittadini in condizione di conoscere definitivamente la verità dei fatti. 

  7) È falso, quando Lei, Avv. Di Stefano, afferma che il finanziamento di detta importante infrastruttura a tutela della pubblica incolumità, non si è perso per sua esclusiva responsabilità, atteso che l'opera non è stata finanziata sol perché Lei, all' ultimo momento, ha negato la disponibilità della cessione del terreno, impedendo così, di ottenere il Decreto di finanziamento.

   Avv. Di Stefano, le parole sono parole e i fatti sono fatti. Lei sostiene che non fa politica per tutelare i suoi interessi però, guarda caso, quando i finanziamenti pubblici interessano le sue proprietà, le opere pubbliche, seppur importanti e indifferibili per la Città, non si realizzano.

A questo proposito, mi fa venire in mente un altro importante finanziamento non speso perché l'opera interessava sue proprietà. Avv. Di Stefano: ricorda lo stralcio di finanziamento, di un progetto di 22 miliardi di lire, perso dall' Amministrazione comunale di Raffadali, sol perché il progetto, di pubblico interesse, impegnava i suoi terreni insistenti nel Rione Barca”, perdendo la possibilità di realizzare in quel sito, fortemente vocato, un’area attrezzata, un'area mercatale, un'area di parcheggio, alcuni impianti sportivi ed un giardino pubblico? 

  Concludendo, Avv. Di Stefano, le parole sono belle ma le chiacchiere hanno preso il sopravvento e le cose concrete non sono mai seguite ai suoi pubblici proclami.

  Lei, per la prima volta, dopo oltre 25 anni, è rimasto fuori dall' Amministrazione della cosa pubblica di Raffadali. 

  Così è, Signor Avv. Di Stefano, se ne faccia una ragione.

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