Strascichi dopo Raffadali - Partinicaudace, Bellomo: "Chiara sudditanza psicologica arbitrale"
Basta e ancora basta, con questi atteggiamenti di violenza decisionale indirizzata che provocano alterazioni dello stato psico-fisico dei contendenti, trasformando l'evento sportivo nella sua essenza: non più sfida sportiva leale alla pari ma rappresentazione ipocrita di un qualcosa già deciso nel subconscio di una terna arbitrale non serena!
Il tecnico palermitano Mimmo Bellomo, già sulla panchina del Raffadali quattro anni addietro, tramite l'ufficio stampa della sua attuale società ha diramato un comunicato di protesta per i fatti successi domenica a Raffadali, allargando le sue considerazioni a tutto l'ambiente calcistico.
Questa la nota diffusa:
"Basta con l'ipocrisia o col voltarsi dall'altra parte finché il fatto accaduto non ci appartiene! Se da altre parti non si sente il bisogno della verità, il voler riportare entro le giuste dimensioni l'evento sportivo, viverlo come avvenimento di aggregazione, di sana e serena competizione senza alcuna remora e con ferma decisione, lo facciamo noi del Partinicaudace.
Non si può più tacere e far finta di nulla dopo l'ennesima farsa che si è consumata domenica scorsa in quel di Raffadali: il direttore di gara e i suoi collaboratori, sono stati protagonisti di decisioni, frutto di sudditanza psicologica "da classifica", che ha raggiunto il culmine quando uno dei due collaboratori ha, con dolo e cattiveria, segnalato un inesistente fallo da parte di un nostro tesserato che, abilmente, si era posto tra palla e avversario consentendo che la stessa finisse sul fondo.
Da qui è nato il caos in area che ha portato alla designazione, con espulsione del nostro giovane Schiera (classe 2000), del rigore che ha consentito alla terna di riconquistare quella "pace interiore" che quei brutti, sporchi e monelli ragazzacci del Partinicaudace avevano minato correndo in largo ed in lungo più degli ormai statuari giocatori del Raffadali.
Ma non è per la sconfitta al 95', ma per lo stress psico-fisico a cui sono stati sottoposti i ragazzi del Partinicaudace che, purtroppo, ha causato una crisi psico-cardio-respiratoria a Lauricella, svenuto a fine partita e trasportato d'urgenza all'ospedale di Agrigento, dove per fortuna non sono state riscontrate alterazioni significative e che hanno portato a dimetterlo a tarda notte.
Basta e ancora basta, con questi atteggiamenti di violenza decisionale indirizzata che provocano alterazioni dello stato psico-fisico dei contendenti, trasformando l'evento sportivo nella sua essenza: non più sfida sportiva leale alla pari ma rappresentazione ipocrita di un qualcosa già deciso nel subconscio di una terna arbitrale non serena!
Noi, da Partinico, vogliamo gridarlo a squarciagola: le nostre vittorie sono i nostri giovani che mandiamo in campo con i sani principi del rispetto verso gli altri e verso le norme, la nostra sana e sportiva mentalità nell'affrontare qualsiasi partita con lo stesso spirito e atteggiamento propositivo, il nostro voler fare calcio senza isterismi e prevaricazioni di alcun genere.
È un grido disperato d'allarme che deve essere colto per riportare le coscienze, di chi ha lo "scettro organizzativo" fra le mani, a lavorare per riportare serenità sui terreni di giuoco, sugli spalti, nelle dirigenze, sui mass-media, su tutto l'infinito indotto che circonda il pianeta calcio dilettantistico. E nessuno si accorge che, anno dopo anno, lo stanno uccidendo per perseguire un'effimera vittoria e, con ipocrisia, mistificando una falsa e apparente unità d'intenti etico-sportivi, battendo le mani per uno scontato e terrificante minuto di raccoglimento".