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Venerdì, 29 Marzo 2024
Licata Licata

"Volevano minacciare lo zio e uccisero la nonna", parte processo per omicidio

Gli imputati, Andrea Sanfilippo, 26 anni, e Ignazio Callea, 27 anni, avrebbero dato fuoco a un'auto e le esalazioni uccisero l'anziana

Volevano intimidire un parente, forse allo scopo di estorcergli del denaro, e invece uccisero la nonna di uno di loro perché l’incendio dell’auto si propagò fino all’abitazione dell’anziana che morì per colpa delle esalazioni. Per i giudici della Corte di appello non fu omicidio colposo ma volontario: a distanza di nove anni, quando la condanna per incendio è già diventata definitiva, si è aperto il processo in Corte di assise per i licatesi Andrea Sanfilippo, 26 anni, e Ignazio Callea, 27 anni. I due pregiudicati furono arrestati il 30 agosto del 2009, perché, con l’obiettivo di costringere, secondo quanto ricostruito dagli inquirenti, lo zio di Sanfilippo a pagare delle somme di denaro, gli avrebbero incendiato l’automobile, posteggiata in via Gioberti, a Licata. Il fumo provocato dal rogo, invece, invase l’abitazione della nonna di Sanfilippo, Alessandra De Simone, 80 anni.

La donna fu ricoverata e morì dopo 50 giorni di agonia. I due licatesi, difesi dagli avvocati Calogero Meli e Giuseppe D’Acquì, dopo un complesso iter giudiziario ieri sono comparsi davanti alla Corte di assise di Agrigento presieduta da Luisa Turco, con a latere Giuseppe Miceli, per la prima udienza del processo in cui sono imputati. In un primo momento l’accusa ipotizzata, oltre all’incendio per il quale sono stati definitivamente condannati (2 anni e 4 mesi Sanfilippo, 2 anni Callea), era l’omicidio colposo.

La Corte di appello, però, ritenne che il fatto andasse contestato come omicidio volontario, seppure con la formula del “dolo eventuale”, e ha trasmesso gli atti alla Procura che ha istruito un nuovo processo iniziato ieri. I difensori avevano sostenuto la tesi secondo la quale, essendo passata in giudicato la condanna per incendio, non potessero essere ancora processati ma i giudici l’hanno rigettata.

Subito dopo il pubblico ministero Gloria Andreoli e i difensori hanno illustrato i rispettivi mezzi istruttori del processo. Il primo teste della procura sarà sentito l’11 maggio.

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