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Truffe on line con finte vendite a prezzi imbattibili, non riparte il processo "Pacchi.it"

L'udienza era in calendario davanti ai giudici della seconda sezione penale ma è stata riprogrammata per l'emergenza Coronavirus

Ancora uno stop a causa dell'emergenza Coronavirus, che ha prima bloccato l'attività processuale e adesso la sta rallentando rispetto ai ritmi ordinari, del processo scaturito dall'inchiesta denominata "Pacchi.it" che avrebbe sgominato un giro di false vendite on line con uno stratagemma pressochè analogo in tutti i casi. L'udienza era in programma questa mattina ma è stata riprogrammata.

Gli imputati, tutti licatesi, davanti ai giudici della seconda sezione penale, presieduta da Wilma Angela Mazzara, sono sette. Si tratta di: Alessandro Bianchi, 26 anni; Samanta Cicatello, 29 anni; Cristoforo Famà, 34 anni; Daniela Giannone, 41 anni; Antonina Parroco, 41 anni; Giuseppe Romano, 24 anni e Angelo Trupia, 47 anni. La presunta “banda” avrebbe agito senza alcuno scrupolo e, in una circostanza, avrebbe tentato di raggirare anche un terremotato, sopravvissuto al sisma di Amatrice, al quale avrebbero fatto credere che poteva acquistare una roulotte al prezzo stracciato di 1.500 euro. Alcune delle vittime si sono costituite parte civile con l’assistenza degli avvocati Davide Casà e Francesco Giambalvo. 

A descrivere il sistema del raggiro, nelle udienze precedenti, erano state alcune vittime. "Cercavo su internet offerte per l'acquisto di automobili e ho trovato quella di una Fiat Panda molto interessante. Non ricordo il prezzo di preciso ma era conveniente, ho chiamato il numero indicato ed è iniziata la trattativa. Mi ha chiesto un acconto di mille euro per bloccare l'automobile - ha aggiunto la vittima, un professionista della provincia di Palermo, rispondendo al pm Elenia Manno - che per me era assolutamente spropositato. Gli ho detto che, al massimo, gli avrei potuto versare una cauzione di 100 o 200 euro. Ho fatto una ricarica su una postepay intestata a una certa Samanta di cui non ricordo il cognome e poi è scomparso".

Dall'altra parte, il telefono squilla a vuoto fino a quando l'aspirante compratore capisce di essere stato truffato. "Ho capito che ero rimasto vittima di un raggiro e gli ho scritto su whatsapp che stavo andando a querelarlo. Poi non ho più sentito nessuno".

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