E' stato fissato per domani, davanti al Gip Alfonso Malato, l'interrogatorio di Giuseppe Cannella. Il Pm Salvatore Vella, titolare del fascicolo di inchiesta, ha già richiesto la convalida. 

Prosegue, naturalmente, intanto, la "caccia" ai complici. L'arresto di Giuseppe Cannella, bracciante agricolo di 38 anni, di Licata non è altro - per la Procura e per la polizia di Stato - che l'avvio di una nuova fase investigativa per identificare l'eventuale rete di complici. "Perché questi quantitativi di droga dovevano essere pur spostati e smerciati" - ha spiegato, ieri, il procuratore capo di Agrigento Luigi Patronaggio - .

I poliziotti del commissariato di Licata e quelli della Squadra Mobile della Questura di Agrigento hanno sequestrato, per la precisione, un totale di 2.867 chilogrammi di cannabis indica. Un quantitativo che non può essere "legato" esclusivamente alla "piazza" di Licata. "Questo quantitativo veniva smerciato anche oltre i confini di Licata, quindi in provincia, o addirittura fuori dall'Agrigentino - ha spiegato il procuratore Luigi Patronaggio - visto che Licata si trova al confine con territori come Gela".

Gli inquirenti non sanno ancora a quanto ammonta, non precisamente, il valore economico delle quasi tre tonnellate di "roba" sequestrata in 11 serre. E' scontato - ed è stato evidenziato dal procuratore - che oltre ad essere un sequestro record quello di Licata ha anche un valore ingente.  

Quello della tarda mattinata di mercoledì è, per Licata, il quinto sequestro di piantagioni di marijuana in appena due mesi. 

"A Licata sta venendo fuori, sia per caratteristiche idrogeografiche che per capacità delinquenziali un fenomeno, quello della coltivazione di stupefacenti, davvero allarmante" - ha detto, ieri, il sostituto procuratore, titolare del fascicolo di inchiesta, Salvatore Vella - .

Proprio Vella si occuperà delle indagini per cercare di identificare gli eventuali complici del trentottenne arrestato e per tracciare i canali che la cannabis indica seguiva per spostarsi.