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"Pizzo sulla busta paga", tutti gli indagati tornano liberi

Il gip revoca le misure cautelari per scadenza dei termini, la vicenda approderà presto in aula per il processo

I tre indagati dell'inchiesta "Stipendi spezzati" - che ipotizza una serie di estorsioni sistematiche ai danni dei dipendenti di una cooperativa di Licata, la "Suami" - che erano ancora sottoposti a misura cautelare, tornano liberi per scadenza dei termini. Il gip Alfonso Malato ha emesso un'ordinanza con cui dichiara cessate le misure. 

Quattro le ordinanze, firmate dallo stesso gip, che furono eseguite dai carabinieri della compagnia di Licata il 19 maggio a carico dei responsabili della comunità, indagati a vario titolo, per associazione per delinquere finalizzata alle estorsioni ai danni dei dipendenti che sarebbero stati costretti a restituire parte dello stipendio che veniva loro formalmente corrisposto.

Agli arresti domiciliari sono stati posti: Salvatore Lupo, 41 anni, ex presidente del consiglio comunale di Favara e la moglie Maria Barba di 35 anni. Obbligo di dimora a Licata per Caterina Federico di 34 anni e obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria, tre volte alla settimana, per Veronica Sutera Sardo, 30 anni, di Agrigento. I primi tre indagati, nel corso degli anni, avrebbero avuto il ruolo di responsabili della struttura; Sutera Sardo è un'assistente sociale.

Per quest'ultima il gip Alfonso Malato, ritenendo che le esigenze cautelari si fossero attenuate dopo l'interrogatorio, ha revocato la misura su istanza del difensore, l'avvocato Salvatore Pennica.

Per gli altri, difesi dagli avvocati Salvatore Russello, Raffaele Bonsignore e Angelo Piranio, la misura è stata gradualmente attenuata e adesso del tutto revocata.

La vicenda, peraltro, approderà presto in aula per il processo perchè il pm Carlo Cinque ha fatto notificare agli indagati - in tutto sono 7 - l'avviso di conclusione delle indagini preliminari. 

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