"Pizzo sulla busta paga dei dipendenti", trattative per patteggiare
L'inchiesta che ipotizza un'estorsione agli impiegati delle coop "Arcobaleno" e "Libero Gabbiano" di Licata verso la svolta
Trattative per patteggiare e definire la vicenda senza neppure affrontare un vero e proprio processo. Dopo la collaborazione delle presunte vittime, passate da indagate a parti civili, e le nuove contestazioni della Procura, che ha decuplicato l’ammontare della presunta estorsione a 130 mila euro, l’inchiesta che ipotizza il pizzo sulla busta paga ai dipendenti delle cooperative “Libero Gabbiano” e “Arcobaleno” di Licata potrebbe arrivare presto all'epilogo.
I difensori (fra gli altri gli avvocati Calogero Meli, Graziano Magliarisi, Carmelinda Sabia e Nicolò Grillo) ieri mattina, all'udienza preliminare hanno fatto presente al giudice, la volontà di trattare per la cosiddetta applicazione della pena. Ad occuparsi del procedimento, però, è stato il pm Matteo Delpini, adesso trasferito. Il magistrato Simona Faga, che ne ha preso il posto, si è riservata di esprimere un parere dopo avere esaminato accuratamente gli atti. Il gup Alfonso Malato, quindi, ha rinviato al 3 novembre.
Il principale dei sei imputati è l’avvocato Rosario Magliarisi, ritenuto il dominus delle coop; nella lista anche Linda Modica, 49 anni, responsabile delle due comunità d’accoglienza per minori e malati psichici; Angelo Magliarisi, 46 anni, fratello di Rosario, amministratore delle Onlus dall’aprile del 2009 all'ottobre del 2014; Carmela Di Blasi, 67 anni, madre dei Magliarisi, amministratrice delle coop nel periodo antecedente al figlio, Florinda Zagra, 38 anni, impiegata delle coop addetta alla gestione contabile dei rapporti con i dipendenti; e Luciano Ballacchino, 39 anni, amministratore unico della cooperativa “Arcobaleno” dall'ottobre del 2014 al maggio dell’anno successivo.