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Sabato, 20 Aprile 2024
Licata Licata

"Voleva minacciare lo zio col fuoco e uccise la nonna", racconto choc in aula

Giuseppe Sanfilippo: "Mia madre stava bene ed era autonoma, non sono riuscito a portarla fuori dalla casa"

“Mia madre stava bene ed era pressochè autonoma anche se non usciva da sola per fare la spesa, aveva solo un po’ di bronchite”. Giuseppe Sanfilippo, zio di uno degli imputati e figlio della vittima, ha raccontato in aula l’attentato incendiario in seguito al quale la donna ottantenne perse la vita. Il processo è quello a carico dei licatesi Andrea Sanfilippo, 26 anni, e Ignazio Callea, 27 anni, accusati di omicidio volontario dell’ottantenne Alessandra De Simone, nonna di Sanfilippo. I due pregiudicati furono arrestati il 30 agosto del 2009, perché, con l’obiettivo - probabilmente - di costringere lo zio di Sanfilippo a pagare delle somme di denaro, gli avrebbero incendiato l’automobile, posteggiata in via Gioberti, a Licata.

Il fumo provocato dal rogo, invece, invase l’abitazione della donna che fu ricoverata e morì dopo cinquanta giorni di agonia. “Vivevo con mia madre, non aveva problemi di salute. Io - ha raccontato Giuseppe Sanfilippo al pm Gloria Andreoli - stavo al primo piano, mia madre al piano terra. Ho sentito un rumore attorno alle 2 di notte. Mi sono affacciato e ho visto una fiammata forte. Sono sceso da mia madre, ho aperto la porta ed era invasa dal fumo. Mia madre si era alzata e piangeva. Non sono riuscito a portarla fuori".

I due licatesi, difesi dagli avvocati Calogero Meli e Giuseppe D’Acquì, erano accusati di incendio e omicidio colposo. Per la prima imputazione sono stati condannati (2 anni e 4 mesi Sanfilippo, 2 anni Callea) ma i giudici di appello ritennero che si trattasse di omicidio volontario, seppure con la formula del “dolo eventuale” facendo ripartire un nuovo processo.

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