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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Licata Licata

"Non fornì falso alibi a carabiniere accusato di rapina", chiesta assoluzione

L'imputata, Silvana Cantavenera, 45 anni, è accusata di aver cercato di proteggere un collega del fidanzato ma per il pm va prosciolta

“Non si può non prendere atto che tutti gli altri imputati sono stati assolti e che la sentenza del processo principale, dalla quale scaturisce la vicenda, racconta una verità diversa”: il pubblico ministero Antonella Pandolfi, dopo che la difesa ha prodotto i relativi atti giudiziari, ha chiesto il proscioglimento di una donna imputata per avere fornito un falso alibi a un carabiniere accusato di rapina. “È venuto a trovarci nel nostro alloggio la sera, poco prima delle 21, mentre in tv andava in onda Striscia la notizia. Era tornato dalla Calabria e ci ha portato la nduja”.

Se fosse stato vero, sarebbe stato del tutto incompatibile con l’ipotesi che in quel momento il militare Andrea Mirarchi, 40 anni, originario della Calabria ma in servizio alla stazione di Palma, collega del compagno della donna, Giuseppe Federico, era in una casa ad Aragona a rubare con due complici. Dopo tre assoluzioni, anche la quarta imputata dell’inchiesta – Silvana Cantavenera, 45 anni – accusata di false informazioni al pubblico ministero, finisce a processo. Il difensore, l’avvocato Santo Lucia, ha chiesto il giudizio abbreviato e ieri lo stesso pm ha chiesto l’assoluzione. In un diverso troncone dell’inchiesta erano accusati degli stessi fatti lo stesso Federico e i fratelli Francesco e Calogero Burgio, 30 e 40 anni: la difesa ha prodotto la sentenza di assoluzione dei tre. La vicenda scaturisce dalla testimonianza di Federico al processo in cui era imputato Mirarchi con l’accusa di avere messo a segno, il 9 maggio del 2011, una rapina ad Aragona insieme ai Burgio, ritenuti suoi informatori.

Il colpo nell'abitazione di un uomo, appena deceduto, sarebbe stato sventato da un vicino di casa che rischiò anche di essere colpito da una fucilata. La descrizione fornita dalla vittima e l’esame dei tabulati telefonici hanno fatto scattare l’arresto di Mirarchi e dei presunti confidenti per l’accusa di rapina. I Burgio patteggiarono subito e Mirarchi, al termine del dibattimento, è stato assolto. Al processo è stato ascoltato Federico che ha fornito un alibi al collega. La versione fu confermata dalla compagna, chiamata nei giorni successivi a testimoniare in Procura. 

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