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Giovedì, 25 Aprile 2024
Licata Licata

Paziente morto per un'infezione: assolti cinque medici dell'ospedale

La vittima si chiamava Giovanni Cappadona, aveva 58 anni, ed era un sanitario di base. I periti scagionano una radiologa e quattro chirurghi. "L'errata diagnosi non ha inciso"

Assoluzione perché il fatto non sussiste: secondo il giudice dell’udienza preliminare Alfonso Malato non ci fu alcuna responsabilità nell’operato dei medici dell’ospedale San Giacomo d’Altopasso che si occuparono della degenza del loro collega Giovanni Cappadona, morto - dopo un iniziale ricovero nella struttura licatese - al Cannizzaro di Catania.

Gli imputati erano la radiologa Francesca Graci, 35 anni, e i chirurghi Antonino Tirrò, 53 anni, Antonio Scio, 38 anni, Salvatore Vicari, 38 anni, e Carlo Privitera, 35 anni. Cappadona, medico di base di Licata, morì il 20 marzo del 2013 all’ospedale etneo, dopo essere stato ricoverato e operato al San Giacomo. L’inchiesta, che in un primo momento coinvolgeva in tutto quattordici medici, fu avviata dopo un esposto dei familiari che chiedevano di fare luce sull’operato dei sanitari che avevano trattato il caso.

I difensori dei cinque imputati (gli avvocati Salvatore Manganello, Vanessa Di Gloria, Eugenio D’Angelo e Maria Lucia Vicari) hanno chiesto il giudizio abbreviato alla condizione di eseguire una perizia collegiale che chiarisse le divergenze “evidenti e insuperabili con la consulenza della Procura”. Il gup ha accolto la richiesta di “abbreviato condizionato” nominando due medici – Nello Grassi e Stefania Zerbo – che sono arrivati a una conclusione del tutto diversa. I periti, pur riconoscendo l'errore diagnostico nell’esecuzione e nella lettura della tac, hanno sostenuto la mancanza di un nesso di causalità: in sostanza Cappadona sarebbe morto anche con un approccio terapeutico diverso. 

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