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Venerdì, 19 Aprile 2024
Licata Licata

"Arrestato ed esiliato ingiustamente", ex sindaco chiede i danni allo Stato

Angelo Graci, ex primo cittadino di Licata, si rivolge ai giudici: "Risarcitemi 100 mila euro per gli 8 giorni trascorsi ai domiciliari"

Otto giorni agli arresti domiciliari e un anno in “esilio” prima dell’assoluzione confermata in tutti i gradi di giudizio: adesso l’ex sindaco di Licata, Angelo Graci, chiede i danni allo Stato. Il suo difensore, l’avvocato Gianfranco Pilato, si rivolge ai giudici della Corte di appello e sollecita un risarcimento di 100 mila euro. Graci il 24 novembre del 2009 fu arrestato con l’accusa di corruzione aggravata. Insieme a lui finirono agli arresti domiciliari altre tre persone.

Si tratta dell'assessore ai Servizi Sociali di allora, Tiziana Zirafi, del vice presidente del consiglio comunale Nicolò Riccobene e dell'impresario di spettacoli di Gela Carmelo Napolitano. Al centro della vicenda il presunto pagamento di una tangente complessiva di 6mila euro che i tre amministratori, secondo l’ipotesi iniziale che non ha retto al vaglio del processo, avrebbero ricevuto da Napolitano in cambio di un appalto nell’ambito delle manifestazioni della festa patronale. L’incarico, per un importo di 31.500 euro, consisteva nell’organizzazione di alcuni spettacoli.

Graci, peraltro, dopo l’interrogatorio di garanzia, fu sottoposto al divieto di dimora nel Comune da lui amministrato continuando, per oltre un anno, a fare il sindaco in esilio scatenando persino un dibattito politico sull’opportunità di introdurre una norma che lo vietasse.

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