Il pubblico ministero del Tribunale di Agrigento, Santo Fornasier, ha avanzato una richiesta di condanna a tre anni e mezzo di reclusione per il sindaco di Licata, Angelo Graci, per l'ex assessore Tiziana Zirafa,  l'ex presidente del Consiglio comunale Nicolò Riccobene e l'imprenditore Carmelo Napolitano. Tutti e quattro sono accusati di corruzione.

I fatti risalgono al 2009, durante i preparativi per la festa del Patrono licatese, Sant'Angelo. I tre amministratori avrebbero intascato una tangente di duemila euro ciascuno per affidare l'organizzazione dei festeggiamenti a Napolitano. Nel 2010 i quattro ricevettero un'ordinanza di custodia cautelare in carcere. Successivamente Graci venne sottoposto al divieto di dimora, anche se continuò ad amministrare la città da Agrigento. Il sindaco non ha mai dichiarato di presentare le dimissioni dalla carica.

LE ACCUSE – I quattro sono accusati a vario titolo davanti alla prima sezione penale del Tribunale di corruzione: in particolare, secondo i magistrati, i tre amministratori avrebbero intascato una tangente di duemila euro a testa per affidare l’organizzazione degli spettacoli per la festa del patrono del maggio del 2009 all’impresario di Gela. La vicenda scoppio’ nel novembre del 2010 quando ai quattro venne notificata un’ordinanza di custodia cautelare ai domiciliari. Dopo qualche settimana al sindaco venne imposto il divieto di dimora nel suo Comune tanto che Graci per quasi un anno continuo’ ad amministrare Licata dalla localita’ balneare di San Leone, distante una quarantina di chilometri. A seguito di quella vicenda, nel dicembre del 2010, il Consiglio comunale si e’ dimesso e di fatto Angelo Graci amministra la citta’ con il Consiglio comunale sostituito da un commissario straordinario.