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Venerdì, 19 Aprile 2024
Canicatti Canicattì

"Simularono incidente stradale per occultare morte sul lavoro", 5 a giudizio

Giuseppe Bordonaro, 52 anni, stava lavorando come operaio in nero in una palazzina abusiva

Avrebbero simulato un incidente stradale, raccontando ai medici che la vittima era stata travolta da un furgone mentre raccoglieva erbacce, per nascondere la verità: pare che Giuseppe Gioacchino Bordonaro, 52 anni, stesse invece lavorando come operaio in nero nel soffitto di un cantiere dove si stava realizzando un manufatto abusivo. Tre anni dopo la tragedia i cinque indagati sono stati rinviati a giudizio.

A deciderlo, nel primo pomeriggio di ieri, è stato il giudice dell’udienza preliminare Alfonso Malato. La prima udienza del dibattimento è in programma l’8 gennaio davanti al giudice Giancarlo Caruso. Le accuse, a carico di cinque persone, sono di omicidio colposo, simulazione di reato, favoreggiamento personale, abusivismo edilizio e violazione della normativa in materia di sicurezza sul lavoro. Gli imputati sono Maria Grazia Cuva, 52 anni, Antonio Ferraro, 55 anni, Roberto Lauricella Donisi, 47 anni, Giovanni Garlisi, 36 anni, e Gioacchino Caracciolo, 40 anni, tutti di Canicattì. L’accusa di omicidio colposo viene contestata a Lauricella Donisi in qualità di titolare dell’impresa affidataria dei lavori. Cuva e Ferraro sono i proprietari nonché committenti delle opere, mentre Garlisi è il titolare dell’impresa esecutrice.

L’incidente è avvenuto in contrada Montagna-via Forlì il 24 giugno del 2014. Bordonaro fu trasferito all'ospedale di Messina dove morì il 16 luglio. Secondo l’accusa, gli imputati (difesi dagli avvocati Daniela Posante, Dino Milazzo, Giuseppe Giardina e Giovanni Salvaggio) avrebbero provocato la morte di Bordonaro, “peraltro non regolarmente assunto come operaio”, che lavorando “senza le necessarie sicurezze nel soffitto del manufatto in costruzione perdeva l’equilibrio e cadeva”. A Cuva, Ferraro, Lauricella Donisi e Garlisi vengono contestate pure alcune violazioni della normativa in materia di sicurezza sul lavoro relative, fra le altre cose, all'omessa predisposizione del ponteggio. Garlisi, che infatti risponde anche di simulazione di reato, avrebbe cercato di occultare l’episodio raccontando ai medici dell’ospedale Barone Lombardo di Canicattì di avere investito col proprio furgone Bordonaro che era per strada a raccogliere erbacce. 

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