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Venerdì, 29 Marzo 2024

Vito Catalano racconta il "nonno" Sciascia: "Era severo, ma disponibile al gioco"

Le lunghe estati alla Noce, i giochi in campagna e quella “santa casa” immersa nei campi di Racalmuto dove Leonardo Sciascia, come un qualsiasi nonno racconta storie e favole ai nipoti.

È una narrazione personale, a tratti quasi intima, quella che Vito Catalano ha offerto ieri sera, 25 giugno, al qualificato pubblico che ha preso parte al talk letterario dedicato all’autore, intervistato da Rosalia Centinaro presso i locali dell’ex Collegio dei Filippini di Agrigento nel contesto del “Festival della Strada degli Scrittori”. Un dibattito che non poteva prescindere dal ricordo di Sciascia e dal rapporto tra nonno e nipote.

“Fortunatamente – ha spiegato Catalano – riesco a mantenere distinte le due figure, quella dello Sciascia nonno e quella dello Sciascia scrittore e letterato. Posso dire che è stato un nonno severo nel far rispettare le regole imposte in casa, ma disponibile al gioco: ricordo ancora quando durante le passeggiate nella campagna della Noce raccoglieva per noi i fichi, o realizzava per me e mio fratello degli archi con rami di ulivo. O, ancora, ho vive nella memoria le sere in cui ci raccontava delle storie di avventura e di briganti siciliani. Anzi, credo che, prima o poi, qualcuna dovrei anche scriverla. Mantenendo questa distinzione tra le due figure – continua Catalano – sono riuscito ad oggi a mantenere inalterata la memoria di mio nonno e ad approfondire, d’altro canto, la figura del letterato”. 

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