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La miniera di Luigi Pirandello: da occasione di turismo a luogo di degrado

E' stato inaugurato ad inizio degli anni 2000, ma non è mai entrato in funzione nonostante la spesa di circa un milione di euro

E' un parco letterario e minerario che è costato oltre un milione di euro ma che, a 20 anni circa dalla sua inaugurazione, è stata abbandonata e mai reso "produttivo".

Stiamo parlando della miniera di Taccia Caci di Aragona, di proprietà della famiglia di Luigi Pirandello. Una cava con relativo impianto di estrazione che fu essenziale nella vita del drammaturgo, dato che in seguito all'allagamento e la frana che rese impossibile lo sfruttamento produttivo dell'impianto intensificò la sua attività letteraria e, soprattutto, acuì la malattia mentale della moglie Annamaria Portulano spingendo lo scrittore agrigentino ad approfondire il tema della psicologia.

Tanti "ingredienti" che avrebbero potuto consentire un futuro turistico importante per questa struttura alle porte di Aragona. 

Peccato che subito dopo l'inaugurazione dei lavori di ristrutturazione (con fondi europei) la struttura, di proprietà comunale, non sia stato mai reso "attivo", con la conseguenza che, in assenza di controlli, tutto è stato totalmente devastato.

La situazione sui luoghi è quella che è possibile riscontrare dal video: ovunque regna il degrado e tutto è stato rubato e distrutto dai "cacciatori" di rame o solo da chi abbia ritenuto di voler sfogare la propria voglia di distruzione.

Oggi gli immobili sono pericolanti e inutilizzabili, e turisti in contrada "Mintini" non se ne sono mai visti. Per il recupero del sito, pare, servirebbero almeno 400mila euro ma resterebbe il tema del futuro del bene, che dovrebbe essere poi gestito e tutelato. 

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