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Martedì, 19 Marzo 2024

Senza stipendio da mesi, i dipendenti Sal e Ata protestano e Agrigento resta isolata

Autisti e meccanici delle due aziende di autolinee, hanno deciso di fermarsi, radunandosi in assemblea permanente nei pressi dell’autoparco aziendale 

Continua ad oltranza la protesta dei 35 dipendenti delle ditte Sal e Ata, che rivendicano il pagamento degli stipendi arretrati, ad oggi si tratta di tre mensilità più la quattordicesima. Da giovedì scorso, autisti, meccanici e lavaggisti delle due aziende di autolinee, hanno incrociato le braccia e si sono radunati in assemblea permanente nei pressi dell’autoparco aziendale. Momentaneamente fermi gli autobus che collegano Agrigento agli aeroporti di Palermo e Comiso, corse sospese anche a Palma di Montechiaro, Licata, Gela, Grotte e Racalmuto, tutte località servite dagli autobus di Sal e Ata.  

 Giovedì 10 ottobre, una delegazione dei dipendenti, i titolari delle due aziende e il prefetto di Agrigento, Dario Caputo, si erano seduti ad un tavolo per un tentativo di conciliazione fra le parti. Il prefetto Caputo, secondo quanto riferitoci dagli stessi lavoratori, nel suo difficile ruolo di mediazione, per scongiurare la paralisi dei servizi, avrebbe chiesto agli imprenditori, di pagare almeno una delle mensilità arretrate. Trattativa che però sarebbe saltata a causa della non disponibilità economica manifestata delle aziende e il conseguente sciopero che, per come annunciato dai lavoratori, continuerà fino a quando gli stessi, non avranno certezze sul loro futuro occupazionale.  Pare che la vertenza sui ritardi nei pagamenti andrebbe avanti da diversi anni.  

Abbiamo  incontrato i dipendenti e per dovere di cronaca, abbiamo anche chiesto ad uno dei titolar  di replicare alle affermazioni dei lavoratori. L’imprenditore ha preferito non rispondere. Intanto, la situazione di disagio ha indotto tre dipendenti a dimettersi per giusta causa.  Alfonso Fiorica, autista e padre di due figli, con alle spalle quattordici anni di servizio alla Sal, è uno di questi.

“Da sette anni facciamo una vita da inferno – ha spiegato l’ex dipendente ai microfoni di AgrigentoNotizie – ho scelto di dare le dimissioni – ha aggiunto – e di andare al nord per cercare un posto di lavoro per far campare la mia famiglia dignitosamente”.

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