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Il primo Venerdì Santo senza mascherine: Gesù e la Madonna “s’incontrano” e i fedeli ritrovano la libertà di abbracciarsi

La processione mattutina ha ristabilito quasi completamente il percorso originario, così come le modalità di svolgimento dopo le restrizioni della pandemia. Silenzio, commozione e la musica della banda con l’omaggio floreale del sindaco

Confratelli e consorelle si vestono all’alba: per loro è un rituale irrinunciabile, carico di fede e attaccamento ad una tradizione che genitori e nonni hanno inculcato da bambini. Per fortuna, grazie ad un attaccamento impossibile da scalfire nonostante l’impeto della modernità, certi cerimoniali rimangono intatti. Come il momento in cui s’indossa l’abito nero per chi ha scelto di legarsi a Gesù Appassionato e quello blu per chi ha deciso di essere fedele alla Madonna: confratelli e consorelle sono così pronti ad accompagnare e a “gestire” la processione mattutina del Venerdì Santo.

La banda musicale comincia a suonare su una terrazza adiacente il santuario dell’Addolorata alle 9 in punto, con una marcia che viene eseguita in una sola occasione: quella in cui il simulacro della Madonna esce dalla chiesa, con il suo sguardo afflitto e con il pugnale che le trafigge il cuore. Gesù, dopo essere uscito dalla cattedrale di San Gerlando, scende lungo le vie anguste del centro storico e, passando da Santa Croce nel cuore dell’antico quartiere del Rabato, arriva ai piedi del santuario. Sempre lì, su una collinetta, ci sono tre croci che rievocano il Calvario.

I due simulacri s’incontrano poco dopo le 10 e, insieme, avviano il tradizionale percorso salendo lungo la via Garibaldi. Ad un certo punto, però, la tradizionale salita viene deviata in via Pietro Nenni per raggiungere il municipio. Non per un’esigenza legata al cerimoniale, ma perché la parte alta della via Garibaldi è stata transennata: il balcone di una vecchia casa rischia di crollare e bisogna metterlo in sicurezza. I vigili del fuoco transennano tutto ma la processione prosegue regolarmente lungo il percorso alternativo.

Archiviata la pandemia, torna anche ad Agrigento la processione del Venerdì Santo

Poi l’arrivo in piazza Municipio, con il sindaco Francesco Miccichè che rende omaggio a Gesù Appassionato consegnando un mazzo di fiori. Poco dopo mezzogiorno, attraversata parte della via Atenea e poi via Pirandello, il corteo con i due simulacri arriva a Porta di Ponte per guadagnare la strada del ritorno.

“Finalmente si torna alla normalità - dice il priore della Confraternita di Maria Santissima dei Sette Dolori, Alfonso Cutaia - e siamo davvero contenti che la gente sia accorsa in massa per rivivere questo momento come accadeva prima della pandemia”.

A pranzo, sulle tavole degli agrigentini, rigorosamente pasta con le sarde e finocchietto selvatico, ma anche le sarde a beccafico per evitare di mangiare carne rossa.

Prima la processione, poi la “fuga” nelle case per la pasta con le sarde: rigorosamente da fotografare prima di mangiarla

Stasera la processione più popolare: quella dell’Urna con il Cristo morto, con l’esecuzione dell’ormai celebre canto che caratterizza la Settimana Santa nella città dei templi: “Ah sì versate lacrime!”. In piazza Municipio, come da tradizione, l’arcivescovo Alessandro Damiano farà il suo discorso ai fedeli.

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