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Giovedì, 25 Aprile 2024

Documenti falsi e istanze che saltavano l'ordine cronologico ottenendo i prestiti: ecco come funzionava il sistema corruttivo

"Il sistema corruttivo si nascondeva dietro le consulenze. Per accedere legittimamente ai prestiti erogati dall'Irfis occorre rivolgersi ad un link, ad una modulistica. Ci sono delle società di consulenza, però, che, dietro il pagamento di una parcella per la consulenza mettono dei documenti falsi, fanno superare l'ordine cronologico e fanno erogare prestiti a chi non ne ha diritto. Ed è un sistema che penalizza le imprese che non ricorrono alla corruzione e che tolgono risorse per le imprese sane". Lo ha spiegato il procuratore capo di Agrigento, durante la conferenza stampa svoltasi in Procura, Luigi Patronaggio. 

L'operazione - non a caso - è stata denominata "Giano Bifronte". L'attenzione, durante la conferenza stampa, è stata richiamata, dagli inquirenti, sul ruolo degli indagati Antonio Vetro e Paolo Minafò. "Vetro è una persona già attenzionata in altre indagini - ha spiegato Patronaggio - . Attorno ad un soggetto dalle capacità tecniche elevate poi si agganciano altri soggetti, agganciano il funzionario pubblico e nasce il sistema".    

"E' stato un lungo lavoro - ha spiegato il colonello della Guardia di finanza, a capo del comando provinciale delle Fiamme Gialle, Fabio Fava - . La società avrebbe dovuto tecnicamente fornire consulenza per istruzione di pratiche idonee ad ottenere legalmente, legittimamente, finanziamenti agevolati. In realtà, non faceva altro che creare artificiosamente i presupposti sapendo che le imprese erano ben lontani dalle condizioni per poterne beneficiare".  

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