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Giovedì, 28 Marzo 2024

Immacolata, l'arcivescovo Franco Montenegro: "Agrigento merita di essere amata e il futuro non pianta le radici nella rassegnazione"

"Parlare di bellezza mi fa pensare ad Agrigento che fu definita da Pindaro la più bella città dei mortali. La immagino, questa mia città: Agrigento, con le radici piantate in cielo per questo la vedo bella. La chiesa vive la città e vive in essa senza però identificarsi con essa. Ne è amica e per questo l'ammira con gli occhi pieni di speranza però non è facile parlare di Agrigento ad Agrigento. Quando si tenta di farlo, la reazione di chi ascolta è il silenzio o il rifiuto. Come vescovo ho il dovere di parlare. Mi è stato fatto notare che gli agrigentini quando io parlo si sentono giudicati e colpevolizzati dalle mie parole. Credetemi non intendo fare il giustiziere di questo territorio e dei suoi abitanti. Semmai, come vescovo, sento il pulito desiderio di pizzicare l'orgoglio degli agrigentini perché insieme ci rendiamo conto che questa città è nostra. Questo è il motivo per cui merita di essere amata e vissuta da tutti. Perché ci siamo noi!". L'arcivescovo di Agrigento, il cardinale Francesco Montenegro, nella basilica dell'Immacolata, durante l'omelia della santa messa per l'Immacolata Concezione, ha tentato di strattonare e fare svegliare gli agrigentini. 

Don Franco: "Ognuno di noi deve sentirsi costruttore e non solo abitante di questa città"

Immacolata, riti e tradizioni

"Tacere sarebbe più facile e più comodo per me. Ma rifiuto di seguire la logica del 'Chi me lo fa fare?'. E fare il gioco di chi preferisce che le cose restino per come sono. Io non accetto che le cose vadano come devono andare, tanto ormai... Non si può guardare al futuro pronunciando le parole 'Tanto ormai ...' soprattutto se, come gli agrigentini, si ha la responsabilità di un nobile passato e di una bellezza che in ogni parte del mondo ci invidiano. Sono belle le pietre antiche con cui è stata costruita Akragas ma non valgono meno le pietre vive, noi, che formiamo l'Agrigento di oggi. Un passato interessante non può non proiettare verso un futuro interessante, ma occorre anche vivere un presente interessante. Ognuno di noi deve sentirsi costruttore e non solo abitante di questa città. Il futuro non riesce a piantare le sue radici nella rassegnazione di molti, né può interrare nel vaso dei pochi, di coloro che prendono le decisioni. Il futuro ha bisogno di terra fertile e di tanta terra. Se vi interessano le scoperte che si vanno facendo nella Valle dei Templi perché non ci sentiamo altrettanto interessati e preoccupati di lasciare una storia altrettanto ricca a chi verrà dopo di noi? Il viaggio della vita si può affrontare solo se si è attrezzati di speranza e non rassegnati". 

IL VIDEO. I vigili del fuoco depongono i fiori ai piedi dell'Immacolata 

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