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I rifiugiati ucraini di Montevago: "Viviamo un sogno, per un mese i miei bambini nascosti in una cantina"

Il racconto di chi è stato tratto in salvo dalla missione organizzata dall'associazione "A cuore aperto"

"Stiamo vivendo un sogno, siamo grati per tutto l'affetto e l'amore che ci viene dimostrato. C'è chi si prende cura di noi e stiamo riacquistando serenità". Sono racconti carichi di emozione quelli che arrivano dalle donne ucraine che si trovano adesso a Montevago e che sono state condotte in Italia dall'associazione "A cuore aperto" durante una missione condotta solo pochi giorni fa.

La preoccupazione per tutte resta quella verso i familiari rimasti in patria ("Piangono per noi dalla gioia quando gli diciamo come siamo stati accolti") e per quanto vissuto, soprattutto rispetto all'impatto sui propri figli. "I miei - dice una donna - sono rimasti un mese nascosti in una cantina. Oggi giocano e stanno riacquistando serenità". 

C'è anche chi, però, non nasconde la difficoltà di adattarsi ad una cultura e ad un modo diverso di vivere, pur consapevole della opportunità offerta. 

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