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Venerdì, 29 Marzo 2024

Trent'anni dall'agguato a Guazzelli: la fanfara dei carabinieri emoziona il "Pirandello", il generale di corpo d'armata Galletta: "Una grande lezione per i giovani"

Una serata di gala per ricordare il maresciallo ucciso dalla mafia e per lanciare, anche, un messaggio di speranza per una Sicilia migliore. Presenti anche tantissimi studenti

Con una cerimonia di gala - al teatro Pirandello - si è conclusa la giornata di commemorazione dedicata ieri dall'Arma dei carabinieri e dalle istituzioni cittadine e regionali alla commemorazione di Giuliano Guazzelli, il maresciallo ucciso dalla mafia trent'anni fa. Una serata che è servita per celebrare la figura dell'investigatore, dell'uomo, del carabiniere noto come il "mastino", anche nel ricordo di chi lo conobbe direttamente: in tal senso un fuoriprogramma è stato l'intervento in video dell'ex magistrato Michele Emiliano. Un'occasione - organizzata dal comando provinciale dei carabinieri di Agrigento - che però è stata anche altro, perché ha consentito di lanciare degli importanti messaggi di speranza per la terra di Sicilia, evidenziando - durante i dialoghi messi in scena da Felice Cavallaro e Mario Incudine - come a fatti di sangue tremendi si accostino, lungo la "Strada degli Scrittori", luoghi di cultura, paesi che hanno dato natali o sono stati scenario di grandi pagine della letteratura. 

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"Oggi abbiamo fatto memoria insieme - ha detto, ad AgrigentoNotizie, il comandante Interregionale carabinieri Culqualber, generale di corpo d’armata Riccardo Galletta - del sacrificio di un uomo che, come tanti, pur consapevole del rischio, per non deflettere, ha perso la vita. Questa è certamente una grande lezione per i giovani. Guazzelli fu un esempio di quello che io chiamo oscuro eroismo della rettitudine: mantenere la schiena dritta, non abbandonare i propri principi, fino in fondo". Sul palco del teatro "Pirandello", lo stesso generale di corpo d'armata, guardando la vedova Guazzelli e la figlia del maresciallo aiutante, ha ammesso: "Ce ne corre dal dire che il fenomeno mafioso sia scomparso, anche se è importante rilevare che sono stati inferti colpi letali". Citando Giovanni Falcone, Galletta ha ricordato che occorre "mantenere sempre la quotidiana attenzione". 

Il tutto è stato accompagnato dalle note della Fanfara del 12° reggimento carabinieri “Sicilia” che hanno eseguito alcune aree celebri della musica classica, strappando applausi a scena aperta anche con l'esecuzione di colonne sonore celebri. Standing ovation, alla fine, per la "Benemerita", l'inno dei carabinieri. 

Credere ed investire sui giovani, dunque, per avere speranza. Ed è stato - sempre sul palco del "Pirandello" - ricordato anche il caso del raid vandalico sulla Scala dei Turchi, danneggiamento di cui ha parlato tutto il mondo. Ma - ricordando le parole dell'ormai ex procuratore di Agrigento, Luigi Patronaggio, - s'è inneggiato "alla meglio gioventù". Sia dei giovani carabinieri che, nell'arco di 24 ore, sono riusciti a risolvere il caso, denunciando due favaresi, sia di tutti quei ragazzi che "armati" di scope e stracci hanno cancellato la vergogna. 

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La serata è servita anche per ricordare la figura del professore Pietro Carmina e le altre vittime di Ravanusa e ha visto anche una "chicca", come la scoperta, fatta dal liceo classico "Empedocle" di un altro studente illustre del passato. Così come Luigi Pirandello e Andrea Camilleri, infatti, a sedere tra i banchi di quella scuola ci fu un allora giovanissimo Carlo Alberto Dalla Chiesa.

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