"Tutti quelli che si sono seduti, per anni, attorno ad un tavolo, tutti quelli che avevano un'idea giusta per poter sistemare la situazione, tutti quelli che dovevano decidere i soldi da spendere, tutti sono ancora tutti la. Di chi è la colpa? Poi, vedremo. Ma tutti punteranno il dito contro tutti. E alla fine la colpa sarà di nessuno, sarà della cattedrale che ha deciso di crollare e della collina che ha deciso di cedere. E' chiaro che non posso prendere io le decisioni". Lo ha detto l'arcivescovo di Agrigento, il cardinale Francesco Montenegro in merito al fatto che non c'è più un ente definito e determinato per continuare l'iter - si deve ancora fare il bando per la ricerca degli esperti che dovranno redigere il progetto di mitigazione del dissesto idrogeologico - che permetta di mettere in sicurezza la collina sulla quale sorge la cattedrale di San Gerlando. 

Il cardinale: "Costretti a denunciare l'operato della Regione" 

"Che il politico possa giocare con la credenza della gente d'accordo, ma che ci sia una città e una comunità ecclesiale indifferente questa è la cosa che mi fa piu male - ha aggiunto l'arcivescovo - . Se questa è una chiesa come le altre, allora che cada, tanto ce ne sono altre. Ma se abbiamo elementi di fede che ci fanno capire l'importanza della cattedrale nessuno può chiudere gli occhi e girarsi dall'altra parte".

Lillo Firetto: "Soluzioni subito, non c'è più tempo"

Accanto al cardinale Montenegro anche il sindaco Lillo Firetto. "Se continua lo scivolamento verso il basso, da un momento all'altro potrebbero dirci che il rischio è imminente. In uno degli ultimi incontri ci dissero che il rischio c'è, ma non è imminente. Adesso potrebbero dirci che il rischio è imminente e a quel punto noi dovremmo chiudere la via Santo Stefano ed evacuare le persone che la abitano".

La Protezione civile non può intervenire