Blitz "Opuntia", interrogatori: due indagati sono rimasti in silenzio
Le difese degli indagati annunciano ricorso al tribunale del Riesame per chiedere la revoca della misura cautelare emessa dal giudice Fabio Pilato
Le difese degli indagati annunciano ricorso al tribunale del Riesame per chiedere la revoca della misura cautelare emessa dal giudice Fabio Pilato
Anche altri indagati hanno respinto le accuse di appartenere alla famiglia mafiosa di Menfi
Entro le prossime ore, nelle varie carceri siciliane dove i 57 arrestati sono detenuti, tutti gli indagati verranno ascoltati
L'ormai ex sindaco, rappresentato e difeso dagli avvocati Antonino e Vincenza Gaziano, ha cercato di dare una spiegazione a tutte le accuse che gli vengono contestate
L'uomo deve rispondere dell'ipotesi di reato di omicidio volontario, aggravato e premeditato
Si è concluso dopo oltre sette ore l’interrogatorio di Veronica Panarello, cominciato poco dopo mezzogiorno nel carcere “Petrusa” di Agrigento, davanti al sostituto procuratore di Ragusa, Marco Rota. Assieme al magistrato, il legale di Panarello, l’avvocato Francesco Villardita. Accusata di avere ucciso il figlio Loris di 8 anni, di averlo strangolato e gettato in un canalone il 29 novembre del 2014 a Santa Croce Camerina, è stata la stessa donna a chiedere di essere sentita. Erano inoltre presenti due investigatori attivi nell'indagine: il capo della squadra mobile, Nino Ciavola, e il capitano Domenico Spadaro, del comando provinciale dei carabinieri di Ragusa. Non è dato sapere cosa Veronica abbia detto durante l’interrogatorio, né se questo possa portare a una svolta nell'inchiesta sull'uccisione del piccolo Loris, visto che anche l’avvocato Villardita si è chiuso nel più assoluto riserbo. Veronica Panarello venerdì scorso, pur continuando ad affermare la propria innocenza, avrebbe confidato al marito Davide Stival di avere ricordato improvvisamente di non avere portato Loris a scuola, contrariamente a quanto finora aveva strenuamente sostenuto. Circostanza, questa della “confessione”, smentita dalla Procura ragusana. La donna pare abbia anche affermato di avere consegnato al bambino le chiavi per rientrare a casa, ma di non ricordare null’altro. Il 19 novembre è fissata l’udienza davanti al gup sulla richiesta di rinvio a giudizio, ma su istanza della difesa potrebbe slittare di almeno 24 ore. (di Loredana Guida e Calogero Montana Lampo)
Inizieranno oggi, nel tribunale di Agrigento, gli interrogatori degli indagati per l'omicidio di Angelo Truisi, il fabbro licatese di 22 anni scomparso il 2 gennaio scorso e ritrovato cadavere 20 giorni dopo sul terrazzo di una villa abbandonata in contrada Nicolizia
Camila e Jacki hanno parlato di "gestione familiare delle case", respingendo le accuse di sfruttamento. Hanno detto di aver "semplicemente" ospitato qualche volta delle ragazze, ma a titolo gratuito e in maniera sporadica
Deni ha difeso se stesso, ma soprattutto le persone che lavoravano con lui e che sono state coinvolte nell'inchiesta: Giuseppe Sirone, Roberta Lala e Alessandro De Caro