Francesco Gallo e Gaetano Camilleri sarebbero precipitati da un'altezza di oltre trenta metri dopo essere stati calati su un imbuto con un cestello usato impropriamente come attrezzo di sollevamento. I due esperti della procura: "Il documento sui rischi era incompleto"
Gli agenti del commissariato hanno eseguito i rilievi per fare luce sulla morte di Rosario Gioacchino Savaia. Il ricordo di Galanti: "Un abbraccio a tutti i familiari"
Per questa vicenda in primo grado era stato condannato a nove mesi di reclusione e al pagamento di una provvisionale di 20mila euro in favore dei parenti della vittima, l’imprenditore Giuseppe Burgio
Il protocollo prevede la collaborazione delle professionalità e la formazione per prevenire gli incidenti, prevista attività di sensibilizzazione anche nelle scuole
Francesco Gallo, marito della teste, e Gaetano Camilleri morirono dopo essersi schiantati da un'altezza di oltre 30 metri a causa della rottura di un anello del cestello che avevano usato per arrivare in fondo ad una vasca su cui avrebbero dovuto eseguire dei lavori di manutenzione. La donna rivela: "Utilizzato per mansioni non sue, aveva fatto causa per mobbing ma l'aveva persa"
Massimo Aliseo fu travolto dallo spostamento d'aria e urtò violentemente la testa contro una rampa di carico. Sotto accusa il suo datore di lavoro e il responsabile delle misure di emergenza. Un dipendente rischia il processo per favoreggiamento
Il 53enne di Agrigento è stato trasferito, in codice "rosso", al "Sant'Elia" di Caltanissetta dove i medici gli hanno diagnosticato un brutto trauma cranico
Individuato il giudice davanti al quale sarà trattato il procedimento: Gaetano Camilleri, 56 anni, e Francesco Gallo, 61 anni, restarono uccisi cadendo da un cestello da un'altezza di oltre trenta metri. Sotto accusa operatori e responsabili della struttura
I giudici della Corte di appello riformano la sentenza di primo grado con cui era stato condannato il legale rappresentante di Agriscia, ritenuto responsabile dell'incidente che è costato la vita al 49enne Liborio Di Vincenzo
Otto mesi di reclusione al rappresentante legale di un'impresa e al direttore dei lavori: il trentottenne avrebbe lavorato senza dispositivi di protezione
Liborio Di Vincenzo morì a 49 anni mentre lavorava in un centro di distribuzione di riviste: in primo grado ad Angelo Scopelliti, 74 anni, legale rappresentante di Agriscia, sono stati inflitti 9 mesi di reclusione
A realizzare l'elenco è stato l’Osservatorio sicurezza sul lavoro di Vega Engineering sulla base dei dati Inail. Tre, fino al 30 settembre scorso, i decessi in questa provincia con una incidenza del 26,7% sulla base degli occupati che sono 112.483
Sul banco degli imputati 8 funzionari di Rfi ai quali si contestava una responsabilità nella morte di Antonio La Porta, Vincenzo Riccobono e Luigi Gaziano
Per sua fortuna l’incidente è avvenuto proprio a due passi dal nosocomio, per cui le operazioni di soccorso sono state piuttosto rapide e l’uomo è giunto al pronto soccorso in pochi minuti
Il 49enne Liborio Di Vincenzo, il 16 ottobre del 2010, morì in un incidente avvenuto nell'officina del centro di distribuzione di giornali Agriscia. La difesa impugna il verdetto di primo grado con cui il titolare della società Angelo Scopelliti è stato condannato a 9 mesi
Il decorso del tempo rende non più punibile l'accusa di lesioni colpose, l'episodio al centro del processo risale a 10 anni fa: i tecnici restarono gravemente ustionati
Il giovane è stato trasportato all'ospedale Civico di Palermo dove purtroppo i sanitari non sono riusciti a riattaccare due delle tre falangi tranciate perché troppo malridotte
Ribaltata la sentenza di primo grado: Santi Sulfaro, 67 anni, di Agrigento, socio e responsabile tecnico di “Alva System”, era stato condannato a sei mesi di reclusione per non avere impedito l'incidente