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Venerdì, 29 Marzo 2024
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Akragas vs ProFavara non finisce più, la replica di Castronovo: "Accusato da chi ha un daspo"

Il patron dei biancazzurri non ci sta e risponde alle dichiarazioni del massimo dirigente favarese

Akragas - ProFavara non finisce più. Il derby, vinto dai biancazzurri, continua a suon di dichiarazioni. Prima il patron dei favaresi, Rino Castronovo, che ha "accusato" il presidente dell'Akragas, di poca "sportività". Oggi, la replica, proprio del massimo dirigente biancazzurro. Un botta e risposta, che forse, è giunto all'ultimo atto. 

La ProFavara contro il patron dell'Akragas, Rino Castronovo: "Voleva il nostro titolo"

La replica

"Dopo aver riflettuto a lungo sul vergognoso ed offensivo comunicato stampa redatto dalla dirigenza della Pro Favara, a titolo assolutamente personale atteso che lo stesso si sostanzia in un inspiegabile, immotivato ed ingiustificato attacco esclusivamente alla mia persona (non solo come presidente dell'Akragas 2018, ma come sopratutto all'uomo ed al professionista), pur non volendo scadere, per mio stile di vita, nel basso livello in cui sono scesi i miei accusatori, al solo fine di ristabilire la verità dei fatti, artificiosamente artefatta dalle vili calunnie e falsità che sono state rappresentate ad arte agl'organi di stampa, mi preme chiarire alcuni aspetti della vicenda, al solo fine di poter onorare al meglio la mia onorabilità, dignità di uomo e professionista, nonché il prestigio ed il blasone dell'Akragas 2018, della sua tifoseria, nonché quello della città di Agrigento che rappresento con grande onore e vanto.

In via preliminare intendo evidenziare che non accetto lezioni o rimproveri da una società il cui presidente Rino Castronovo risulta, a tutt'oggi, essere gravato da Daspo. Quindi viene intanto spontaneo chieders da quale pulpito viene la predica? D'altronde è ictu oculi evidente che la storia personale e professionale di Giovanni Castronovo è, per fortuna, ben diversa rispetto a quella dei miei delatori, ragion per cui mi sarebbe già sufficiente fermarmi alle suesposte considerazioni per far comprendere all’opinione pubblica quantomeno l'inopportunita’ delle accuse mosse all'indirizzo di chi scrive da chi, come è noto nell’ambiente calcistico, nel recente passato, ha sovente posto in essere condotte violente ai danni di tesserati avversari, nonché altre condotte poco edificanti, che mortificano la storia, lo stile e le tradizioni di Favara. Ma per chi non mi conosce, e per amore del vero, mi preme spiegare, anche a futura memoria, ciò che realmente è accaduto domenica pomeriggio allo stadio Esseneto, prima, durante e dopo il derby Akragas-Pro Favara (eventualmente anche con l'eventuale ausilio di immagini televisive e delle testimonianze dei numerosi esponenti delle forze dell'ordine presenti all'Esseneto), posto che quanto narrato dai dirigenti favaresi risulta essere totalmente falso, trattandosi chiaramente di una dolosa mistificazione della realtà, al fine di assumere incomprensibilmente, agl'occhi dell'opinione pubblica, la nuova veste di vittime, utilizzando a tal fine questo grave attacco mediatico nei confronti del presidente della maggiore squadra di calcio della città dei Templi, nonché serio e stimato avvocato penalista, probabilmente al scopo di poter avere un momento di gloria e notorietà, giustificando in tal modo agl’occhi dei propri sostenitori l'insuccesso sportivo nel derby. Sia chiara sin da subito una cosa.

 Nessuno, né tanto meno lo scrivente, ha mai aggredito o tentato di aggredire nessuno, né tantomeno qualcuno si è mai scusato per condotte violente che sarebbero state poste in essere, non essendosi le stesse mai verificate. Anzi, all'uopo, ci si duole per il contegno offensivo ed irrispettoso assunto nei riguardi del sottoscritto prima dal calciatore della Pro Favara Gero Iannello, e poi dal suo dirigente accompagnatore Gino Mendola, al quale, piuttosto che porgere l'altra guancia, preso dalla tensione della partita, ho risposto per le rime, essendo peraltro intollerabile ed irriguardoso che un ospite potesse comportarsi in modo in tal modo in casa mia. In conferenza stampa poi, è stata da me fornito agl'organi di informazioni semplicemente un personalissimo giudizio sulla gara, ribadendo al contempo il massimo rispetto che nutro ancora oggi, malgrado tutto, per Favara ed i favaresi (rispetto che haime' non è stato affatto ricambiato), così come le immagini della conferenza stampa post gara possono testimoniare in modo chiaro ed incontrovertibile. Dunque è falsa e diffamatoria l’accusa mossami di aver dimenticato, non portando alcun rispetto, il paese che ebbe a dare i natali ai miei genitori. Venendo poi alla presunta trattativa estiva per acquistare il titolo della Pro Favara (si è trattata di una semplice telefonata esplorativa, stante le voci di smobilitazione che circolavano nell'ambiente calcistico), ed il fatto che la dirigenza ha allestito la squadra per la stagione calcistica 2019/2020 solamente a seguito della presenza dell'Akragas nel massimo campionato regionale di calcio (circostanza esternata al sottoscritto da qualche illustre dirigente favarese che oggi in modo meschino tace sulla circostanza), trattasi di episodi riferiti senza alcun intento offensivo, e che non ledono in alcun modo, e sotto nessun profilo, l'onorabilità di alcuno, ma che nel contesto del discorso svolto in sala stampa apparivano di rilievo per cercare di fornire una plausibile spiegazione circa le plurime manifestazioni di odio manifestate da diversi soggetti dell’entourage favarese nei riguardi dello scrivente. Peraltro, proprio sulla scorta della grande importanza attribuita ai suddetti irrilevanti fatti dalla Pro Favara, è d'intuitiva evidenza, per loro implicita ed indiretta ammissione, l'assoluta veridicità dei fatti narrati. Ciò posto, poiché dal contenuto del comunicato stampa che con la presente si contesta in toto, emergono chiaramente frasi gravemente lesive della mia immagine e reputazione, nonché del mio onore, considerato che sono stati raccontati pubblicamente taluni episodi artificiosamente travisati o addirittura mai verificatisi. Ed a scanso di equivoci, in risposta alle velate minacce contenute nella parte finale della nota stampa della Pro Favara, si rappresenta sin d'ora che nella gara di ritorno sarà certamente presente a  Favara,così come saranno certamente presenti sarann certamente presenti anche i tifosi agrigentini, anche per sperimentare de visu la grandezza di questa tanta enfatizzata e decantata ospitalità del "cuore gialloblù".  In ogni caso, da uomo quale ritengo di essere, colgo l’occasione per scusarmi pubblicamente per qualche momento di nervosismo avvenuto sul terreno di gioco e per qualche frase infelice proferita in sala stampa, che è stata dettata unicamente dalla tensione del post derby, molto sentito da ambo le parti. Spero che, trattandosi di calcio, e non essendo accaduto nulla di particolarmente grave o irrimediabile, si possa presto ricomporre ogni dissidio, seppellendo definitivamente ogni ascia di guerra, al fine di ripristinare i buoni rapporti esistenti da decenni tra me e la dirigenza della Pro Favara. Anche  perché, avendo sangue favarese, tengo a precisare che non ho mai realmente inteso offendere il paese che ha dato i natali ai miei genitori, e nel quale vivono tanti miei parenti e cari amici".

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