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Venerdì, 19 Aprile 2024
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Il "leone torna a ruggire", Chiarastella e la Fortitudo ancora insieme

Non c’è mai stata la volontà di dirsi addio, ma un grave infortunio del capitano biancazzurro ne ha compromesso il finale di stagione

Quando hai una maglia cucita addosso è difficile voler andare via o fare altre scelte. Quando hai l’affetto di una città, l’ambizione da leader ed una società che punta forte su di te allora si, è tempo di rinnovare ancora. La Fortitudo e Albano Chiarastella nuovamente insieme. Non c’è mai stata la volontà di dirsi addio, ma un grave infortunio del capitano biancazzurro ne ha compromesso il finale di stagione. Adesso, Chiarastella, è pronto a rimettersi addosso quella tanto amata maglia.

"Sarà la mia sesta stagione con la Fortitudo e non posso che essere felice di questo – ha dichiarato il capitano al sito ufficiale della Moncada. Sapere di avere ancora la fiducia della società e dell’allenatore è una cosa molto gratificante. Le sensazioni sono buone perché vedo continuità nel progetto, nella volontà di crescere, è molto importante la permanenza del coach in questo senso perché vuol dire che continueremo a seguire le idee tecniche e il metodo di lavoro che ci ha portati fino a qui oggi. Avremo una squadra ancora più lunga nelle rotazioni, il che significa che c’è voglia di competere e di essere protagonisti".

 La Fortitudo che verrà vedrà come protagonista Chiastella. Il capitano è stato parte integrante di un progetto cresciuto negli anni. La Monada da promessa del basket è diventata certezza, realtà consolidata. "Credo che ormai siamo riusciti a far conoscere Agrigento, non solo la Fortitudo ma anche la città, a livello nazionale. Abbiamo ottenuto una grande visibilità grazie al grande lavoro che abbiamo fatto in palestra e su tutti i campi d’Italia, e anche per tutto quello che la società sta facendo fuori dal parquet. Una volta magari, anche solo per la lontananza, un giocatore avrebbe messo Agrigento tra le ultime opzioni. Oggi penso che se il tuo agente ti chiama e ti dice ‘ti vuole Agrigento’ sia una grande soddisfazione per chi fa il mio lavoro. Non siamo tra le ultime opzioni, siamo tra le prime, di questo sono convinto. La Fortitudo è cresciuta tanto a livello sportivo e organizzativo, i meriti sono di tutti quelli che lavorano qui e per questo progetto. Oggi come oggi, giocare ad Agrigento vuol dire far parte di una grande società”. E sui nuovi arrivati, l’argentino dice: "Personalmente conosco solo Ryan Bucci per averlo affrontato più volte. Se la società ha voluto questi ragazzi, sapendo quali sono i criteri che da sempre contraddistinguono le scelte di mercato, significa che si tratta di buoni giocatori e di ottime persone. Non vedo l’ora di incontrare tutti, vecchi e nuovi compagni, per iniziare a lavorare insieme e sono certo che formeremo un bel gruppo”.

La Fortitudo riparte con basi importanti, ma soprattutto con la voglia di migliorarsi: "L’anno scorso partimmo con questa idea in testa: migliorare l’ottavo posto in regular season, dimostrare di poter essere più regolari e vincenti. Lo abbiamo fatto, numeri alla mano, qualificandoci in Coppa Italia e centrando il miglior piazzamento di sempre in regular season. E’ chiaro, pero’, che resta il rammarico per tutti gli infortuni che ci hanno condizionato. Quasi quattro mesi senza Ale Piazza, qualche gara saltata da Scott Eatherton, i problemi che hanno tenuto fuori me nel finale di stagione. Al completo abbiamo perso pochissime partite, quando ognuno poteva esprimersi al massimo senza dover per giocare fuori ruolo per forza di cose, quindi è ovvio che ci resti un po’ di amaro in bocca sapendo di non aver potuto esserlo per la maggior parte della stagione. Tifosi? Credo di essermi meritato il loro rispetto e questa è una cosa importante. Voglio ringraziare tutti per l’enorme affetto che mi hanno dimostrato nei momenti difficili, dal profondo del cuore. Per quanto riguarda il futuro, non si possono garantire le vittorie, nessuno puo’ farlo. Quello che garantisco, pero’, è il massimo impegno da parte di tutti per far divertire la nostra gente”.

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