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Mountain bike enduro: impazzano gli agrigentini, Rizzo il migliore

Erano presenti i migliori bikers, appartenenti ai numerosi team Mtb Enduro del sud Italia che sin dalle prove del sabato, anche se in maniera velata per non avvantaggiare nessuno dei presenti, hanno dato spettacolo sui veloci e tortuosi trail che si snodavano con ampi squarci, sulla incantevole Costa Viola calabrese

Sabato 24 e domenica 25 marzo 2012 si è svolta a Palmi (Rc), in prova unica, l’interregionale di Mtb Enduro, denominato “Enduro della Costa Viola”. Questa nuova disciplina, che fonde le peculiarità più specifiche delle diverse specialità del mountain bike, sta cominciando a diffondersi in tutt’Italia e in questa occasione, a Palmi erano presenti i migliori bikers, appartenenti ai numerosi team Mtb Enduro del sud Italia che sin dalle prove del sabato, anche se in maniera velata per non avvantaggiare nessuno dei presenti, hanno dato spettacolo sui veloci e tortuosi trail che si snodavano con ampi squarci, sulla incantevole Costa Viola calabrese.
 
La gara si è sviluppata su due manches le cui rispettive partenze delle prove speciali prendevano il via dalla cima del monte S. Elia, monte che sovrasta la cittadina di Palmi, proiettandosi giù sulle “pietre nere del diavolo”, squarciando un panorama mozzafiato, fra lo Stromboli e la Sicilia, inabissandosi repentinamente verso il Paese. 
 
La domenica mattina si presentano al via oltre 50 Enduristi pronti a duellarsi sul filo dei centesimi di secondo attraverso “single track”, “drop” e “jump” naturali; dopo il briefing di rito, alle 10.15 si dava il via alla prima Manche con partenza dal centro di Palmi e subito dopo il primo breve spostamento in asfalto, si cominciava a salire affrontando single track e mulattiere che si inerpicavano per circa 60 minuti fino alla “spianata” che anticipava la cima del Monte S. Elia, all’inizio della quale era posta la partenza della prima Prova Speciale. 
 
Fabio Rizzo del Team Mtb Olympia di Agrigento, fluttuando sui tortuosi trails e facendo entusiasmare il pubblico accorso numeroso in ogni punto tecnico del tracciato, blocca il cronometro a 4’ 25” 59centesimi, segnando il miglior tempo della prima manche; alle sue spalle il fortissimo atleta siracusano, Alessandro Sirugo, con 2” 35centesimi di ritardo; terzo il salernitano Teodoro Rofrano a 5” e 98centesimi.
 
Si risale per la seconda tappa di trasferimento attraverso un insidioso tracciato a strapiombo sul mare che si districava su di un costone per 40 minuti di risalita. 
 
Al via della seconda manche, Fabio Rizzo che era riuscito ad amministrare il breve distacco della prima manche, consolida il vantaggio, grazie ad una oculata impostazione di guida sull’aspra, sconnessa e ripida gradinata che dall’eremo di S. Elia, riportava giù, al centro di Palmi, fermando il cronometro a 6’ 44” 05centesimi; secondo, l’irriducibile Sirugo, a 2” e 29centesimi, terzo il palermitano Vincenzo Greco a 5” e 93centesimi.
 
Alla fine delle due prove, la somma dei tempi cronometrati, decretava vincitore “Assoluto” della prova interregionale, dell’MTB Enduro, l’atleta Agrigentino del “Troop Olympia”, Fabio Rizzo con un tempo complessivo sulle prove speciali di 11’ 09” 64centesimi, Secondo classificato Alessandro Sirugo con il tempo di 11’ 14” 28 cent., Terzo Vincenzo Greco con 11’ 34” 96cent., Quarto l’altro agrigentino del Team Olympia, Fabio Spirio con 11’ 48” 39cent. e Quinto il palermitano Luca Morana con 12’ 06” 59cent.
 
Fra i vincitori di Categoria, Fabio Spirio nella categoria e3 e Maurizio Rizzo, il "fratellone" d’acciaio, che si è imposto nella categoria e6. Al termine della prova, la classifica finale ha visto ben 4 atleti agrigentini fra i primi 10 assoluti. 
 
Fra gli altri atleti di Agrigento si sono distinti: Dario Sinaguglia terzo classificato nella categoria e2 ed Emanuele Campo, attardato da una foratura all’inizio della seconda manche, sesta nella categoria e4.
 
Leggenda vuole che il diavolo abbia ingaggiato una lotta con il Santo Elia lasciando le sue impronte (ancora oggi visibili) sulla roccia a strapiombo sul mare. Anche il Team agrigentino ha lasciato le proprie impronte, quelle delle “derapages” proibitive, sui tortuosi tornanti del Monte S. Elia che congiungono l’eremo al Paese di Palmi.
 
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