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Coronavirus, la Fortitudo scrive alle società del campionato Lnp: "Protocolli carenti"

Nota- Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di AgrigentoNotizie

Il presidente della Fortitudo Agrigento, Gabriele Moncada, ha scritto una lunga lettera. Parole indirizzate a tutti i presidenti delle società partecipanti ai campionati Lnp.

Egregi Colleghi,
scrivo la presente per invitare tutti voi ad una seria riflessione viste le recenti e gravi conseguenze dettate dalla pandemia da Covid-19.
I fatti degli ultimi giorni indicano con estrema chiarezza che siamo costretti ad affrontare un problema ingestibile e pericoloso, i cui effetti potrebbero condurre ad esiti irreparabili. Va rilevato, infatti, che alle porte del campionato ci ritroviamo con numerosi giocatori positivi al Coronavirus ed è innegabile che ad ogni partita si concretizza il pericolo di contagio per i giocatori e per tutti i soggetti che con passione e dedizione lavorano per consentire regolari gare sportive. A ciò si aggiunga che sono numerosi i costi extra che aumentano di giorno in giorno a causa della pandemia (tamponi, voli aerei non utilizzati, impossibilità di programmare l’attività delle società). Per tali ragioni, vi chiedo quale sia la reale ed effettiva ragione che induce a posticipare settimana dopo settimana l’inizio del campionato? Possiamo davvero ritenere che spostare di una settimana l’inizio del campionato sia un rimedio efficace? La Fip potrebbe anche ritenere di non sospendere il campionato, ma le società hanno la possibilità e la responsabilità di non iniziare visti i dannosi effetti della pandemia. Occorre, inoltre, evidenziare una grave lacuna del protocollo Fip in tema di Covid-19 .Ed invero, nel caso in cui in una squadra si sia riscontrato un caso di positività alla malattia di un giocatore, il protocollo, paradossalmente, non prevede che tutti i giocatori della stessa squadra siano messi in quarantena, nonostante ci sia stata la possibilità di un contatto diretto con il giocatore positivo. È evidente che seguendo tale modello, alla luce dei differenti tempi di incubazione, si crea una catena di contagio all’interno dei vari palazzetti. È ciò che è accaduto nella gara tra Agrigento e Palermo. Infatti, in una prima fase cinque giocatori della Green Basket Palermo sono risultati positivi al Covid-19. Tutti gli altri giocatori sono stati, pertanto, sottoposti al tampone per la rilevazione del virus che ha dato esito negativo.Tali giocatori, apparentemente risultati negativi, si sono recati ad Agrigento per disputare la gara di Coppa Italia contro la Fortitudo. In una seconda fase, tuttavia, cinque giocatori (su otto) della Green Basket Palermo, che hanno disputato la gara contro la Fortitudo Agrigento, sono risultati positivi.Da ciò emerge la grave lacuna del protocollo Fip che non contempla il periodo di incubazione della malattia e che, nel caso di specie, ha provocato il contagio di un giocatore della Fortitudo Agrigento e un danno alla società che ha posto, diligentemente, la squadra e lo staff in isolamento.La gravità della situazione si accentua considerato che domenica 1° novembre 2020 la Fortitudo Agrigento ha disputato una gara contro la Bawer Matera che adesso rischia, a sua volta, il contagio dei propri giocatori.

Appaiono quindi provate le carenze dei protocolli attualmente in vigore. Non si può negare l’imprevedibilità del virus Covid-19, ma al contempo è necessario adottare tutte le precauzioni idonee alla tutela dei tesserati. Nel caso della gara tra Fortitudo Agrigento e Green Basket Palermo
ciò non è stato fatto e si è agito con inaccettabile leggerezza. Alla luce di quanto sopra rappresentato, da legale rappresentante della mia società, mi
domando di chi sia la responsabilità in caso di intubazione e ricovero in terapia intensiva di un nostro tesserato. La responsabilità, inevitabilmente, ricade sui legali rappresentanti delle società che vigilano e assicurano la regolarità e la correttezza dei protocolli seguiti. Abbiamo l’obbligo di tutelare la salute e la dignità dei tesserati e delle loro famiglie, non aspettiamo che sia il virus a imporci scelte difficili, ma doverose e ragionevoli. Fermiamoci prima che sia troppo tardi e agiamo per la salvaguardia e la tutela della salute di tutti coloro gravitano nel mondo della pallacanestro. Si potrebbe, per esempio, iniziare il campionato nel 2021 così come proposto da diverse società. In tal modo sarebbe possibile rispettare tutti gli obblighi contrattuali con dirigenti e giocatori, tornando a giocare senza la paura di un virus che ormai è all’interno delle nostre strutture e soprattutto delle nostre abitazioni”.
Gabriele Moncada 

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