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Fatica e umiltà, l'ex Akragas Tino Parisi si prende il "suo" Catania

Il classe '95 inizialmente non affondava nelle sue discese, ma poi il coraggio prese casa nelle sue gambe. Due anni ad Agrigento, l'amicizia con Andrea De Rossi e la passione per la sua squadra del cuore: il Catania

La sua ultima partita con la maglia dell'Akragas, è stata segnata da un rigore sbagliato e da una cocente delusione. Tino Parisi da quella finale contro la Correggese è rinato. Due anni con la casacca biancazzurra, due stagioni agli ordini di mister Pino Rigoli: suo vero mentore.

Cresciuto, plasmato e reso forte: Tino Parisi sulla fascia, negli ultimi tempi in casa Akragas, aveva fatto faville. Una corsia la sua, una corsa accompagnata quasi sempre dagli applausi. Il classe '95 inizialmente non affondava nelle sue discese, ma poi il coraggio prese casa nelle sue gambe. Due anni ad Agrigento, l'amicizia con Andrea De Rossi e la passione per la sua squadra del cuore: il Catania. 

Da Catania ad Agrigento per crescere, da Agrigento a Catania per affermarsi: la società etnea non ha mia voluto cedere il cartellino di Parisi, un segnale forte di fiducia che il giovane ha saputo ricambiare. In estate l'attuale general manager dell'Akragas, Antonello Laneri, ha fatto di tutto per strapparlo al Catania, ma la società del patron Pulvirenti ha deciso di aggregarlo in prima squadra.

Partitelle e amichevoli, il giovane Tino ha sgomitato come un veterano, fino ad arrivare a quell'esordio. Domenica, 12 ottobre 2014: una data che Parisi non dimenticherà mai: al "Massimino" si chiama il cambio, dentro Parisi per Garufi. Si riprende la sua corsia destra, ma questa volta lo stadio è quello dei "grandi" e la partita è importante, un doppio salto di categoria che il giovane di Siracusa sembra non sentire: dalla D alla B. Gli applausi sono per lui, per le sue due fiammate figlie di lavoro e di passione verso due colori che Tino Parisi ha sentito sempre suoi. Gli addetti ai lavori gli danno un sette in pagella, cinque minuti per convincere gente e tifosi che il "piccolo" Tino, non è lì per caso.

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