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Venerdì, 29 Marzo 2024
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Monachello, la stella del calcio "made in Palma": Gaetano si racconta a 360 gradi

Il centravanti del Monaco parla di sé in esclusiva ad AgrigentoNotizie. Il suo trascorso all'Inter e l'esperienza estera di Ucraina e Cipro, i suoi gol e la sua vita lontano da Palma di Montechiaro, sua città natale

Se esistesse una canzone per descrivere la vita di Gaetano Monachello, si potrebbe bussare alla porta di Francesco De Gregori, chiedendo in prestito "La leva calcistista del'68".

Gaetano Monachello, bomber nato a Palma di Montechiaro e classe 94, ha lasciato la sua città a soli dodici anni, per approdare nella fredda Milano. Un provino in quegli anni stregò mezza Italia: "E' un predestinato - dicevano - uno che farà parlare di sé".

Gaetano Monachello è come un bel palazzo, costruito con oculatezza e attenzione da addetti ai lavori che non hanno tralasciato niente. L'amore della famiglia, l'attenzione dei genitori, l'orgoglio dei nonni e l'amore spasmodico della sorella. Un palazzo venuto su bene, con colori forti e muri di cinta. Gaetano Monachello apre le porte di casa sua e si racconta insieme ai genitori, alla sorella Amanda e al cugino omonimo.

"Sono un ragazzo semplice, un ragazzo che è cresciuto dietro un pallone e un grande amore che si chiama calcio. Ho fatto tanti, tantissimi sacrifici nella mia vita - spiega l'attaccante - ho rinunciato alle cavolate con gli amici, alle vacanze, al motorino, ho rinunciato perchè credevo nel mio sogno".

Gaetano Monachello parla sotto lo sguardo attento del padre e la carezza orgogliosa della mamma. "Abbiamo davvero sudato per nostro figlio - dice mamma Monachello - ma oggi posso dire di essere davvero orgogliosa di lui. Mio figlio è davvero un ragazzo speciale, i miei figli lo sono. Io e mio marito, abbiamo impartito loro un'educazione importante, nella vita va avanti chi possiede umiltà e onestà".

Annuisce e sorride papà Monachello, lui ex giocatore dell'Akragas e dirigente della Gattopardo: "Fin da piccolo ho creduto che Gaetano fosse un ragazzino con una marcia in più, sono stato in silenzio e l'ho fatto lavorare bene. Ricordo ancora oggi, il primo provino che fece, ricordo la tensione di mio padre e la voglia di Gaetano di fare bella figura. Nei provini, mio figlio si esaltava quasi sempre, segnava gol e tutti mi dicevano che davanti a sè aveva un gran futuro. Io - spiega - ho sempre voluto il meglio da entrambi i miei figli, oggi mi sento di ringraziare chi ha creduto in Gaetano. Si sono dette molte cose su mio figlio, ma noi non possiamo far altro che ringraziare l'Inter, società che in primis lo ha voluto".

Un pomeriggio con Gaetano Monachello


 
Gaetano Monachello ha iniziato a giocare a calcio sul sabbiato di Palma di Montechiaro, poi è approdato alla Primavera dell'Inter, diventando capocannoniere per diverse stagioni, in seguito l'esperienza a Parma gol e spettacolo, poi le squadre di Ucraina e Cipro hanno acquistato il centravanti.

"L'Inter è stata davvero un sogno - dice il centravanti - ringrazio il mio vecchio mister Tommasoni, per me è stato quasi come un padre. I miei genitori mi hanno seguito a Milano, avevo verso di loro un debito di riconoscenza, che spero di aver colmato con i risultati. Ricordo con immenso piacere anche l'esperienza a Parma e in Ucraina, anche se non dimenticherò mai i tifosi di Cipro. Loro - spiega Monachello - sono davvero calorosi quasi come noi".

"La vita di Milano - spiega mamma Monachello - è difficile, ma per i figli si fanno davvero grandi sacrifici. Gaetano e Amanda sono i ragazzi che ogni mamma vorrebbe, seri e onesti".

Gaetano Monachello porta con sè un amuleto. "Cosa porto sempre con me? Una scarpa, una piccola scarpa che mi regalò mio nonno. Da piccolo mi diceva sempre di firmare subito con i professionisti, il mio rammarico - dice Monachello - è quello di non aver fatto vedere a mio nonno fin dove sono arrivato, anche se lo sento sempre con me. Le prime scarpine da calcio furono le sue".

"Noi abbiamo un legame viscerale con la nostra famiglia - dice Amanda, la sorella del bomber - amiamo tutti, soprattuto la nostra 'mammanonna', la chiamiamo così perchè davvero per noi è stata una seconda mamma. Veder mio fratello giocare è una grande emozione, vederlo a grandi livelli è motivo di orgoglio". "E' lo stesso anche per me - dice Gaetano Monachello, cugino omonimo dell'attaccante - abbiamo iniziato a giocare insieme, a mio cugino auguro il meglio dalla vita".

A Gaetano Monachello chiediamo come immagina la sua vita tra vent'anni. "Oggi sono fidanzato con Cristina, se mai dovessi immaginare la mia vita spero di farmi una famiglia e di essere ancora nel mondo del calcio. Se non avessi fatto il calciatore? Forse il commissario di polizia, ma davvero il calcio per me è ossigeno, è vita".

Il centravanti da pochi giorni ha firmato un contratto triennale con il Monaco di Ranieri. "Certo da Palma di Montechiaro a Montecarlo, il distacco non è cosi pesante, le città si somigliano (sorride, ndr). Scherzi a parte, io ancora non ci credo. Quando ero all'Inter ho fatto anche il raccattapalle e forse lo stesso Ranieri, mi ha anche sgridato, adesso mi ritrovo ad essere allenato da lui. E' un grande emozione, ma non è un punto d'arrivo. Io adesso mi sto allenando da solo, per farmi trovare pronto il 30 giugno: voglioso di iniziare".

"Siamo andati a Montecarlo a firmare - spiega il padre di Gaetano - e siamo orgogliosi di essere rappresentati da un agente come Dimitri Seluk, è una grande persona. Ma ringrazio anche chi in questo momento ci sta vicino, come lo zio Riccardo e tutti i nostri amici".

Il ragazzo con le gambe graciline è diventato un uomo, il Monaco lo aspetta e lui sogna in grande: "Non so se tornerò in Italia, ovviamente è un sogno, ma per adesso mi faccio le ossa fuori, e spero anche nella nazionale, vedremo. Il mio idolo? Ronaldo, ho anche fatto i capelli come lui da piccolo, ma adesso è tempo di lavorare... Per i sogni c'è tempo".

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