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Akragas, la furia Tirri: "Giavarini troverà una situazione disastrosa, soci ci siete?"

Il vicepresidente biancazzurro parla anche del suo rapporto con Dario Scozzari, uomo mercato dell'Akragas. Peppino Tirri "allerta" Marcello Giavarini - socio di maggioranza - e esorta la presenza dei soci di minoranza

Noi, loro e gli altri: l'Akragas chiama ancora i soci di minoranza. Conferenza stampa ordinata da Peppino Tirri, il vicepresidente dell'Akragas ha voluto incontrare la stampa per fare il punto della situazione. Niente riconferme o altro, il futuro passa dai soci di minoranza e dalla voglia di Marcello Giavarini. Secondo quanto riferisce Tirri, le "anomalie" del gruppo di minoranza continuano ad esistere. Giavarini da dicembre avrebbe mantenuto gli accordi, mettendo di fatto "solo" la parte che gli spettava.

"Salti mortali e altro" dice Tirri, la stagione si è conclusa. Nella giornata di domani l'imprenditore dovrebbe arrivare ad Agrigento, da lì si inizierà a parlare di programmazione. Tirri continua ad invocare i soci di minoranza che, secondo quanto dice il dirigente, non avrebbero mantenuto i patti iniziali. "Sono delle persone perbene, ma la situazione da dicembre non è cambiata".  Il vicepresidente elogia Silvio Alessi: "Lui è stato con noi sempre, Silvio e Marcello (Alessi e Giavarini ndr) hanno lavorato in sinergia per il bene dell'Akragas". 

Peppino Tirri parla anche delle critiche, esagerate - secondo quanto riferisce - nei suoi confronti. "Sono un professionista importante, mi stima tutto il mondo, ho lavorato con persone di alto spessore e non capisco perchè dovrei farmi criticare sempre da Agrigento. Mi manca qualche passaggio - dice Tirri - siamo arrivati ottavi, i nostri giocatori sono ambiti da tutti. Hanno detto che Legrottaglie era qui per volere di mio figlio e altro ancora. Ne ho sentite delle belle, mai nessuno che dicesse che abbiamo fatto un grande lavoro. Giavarini ha salvato l'Akragas - dice Tirri - e su di lui i cori non mancano mai. Il 'chi non salta licatese è' non ha mai abbandonato lo stadio. L'impegno di Giavarini è stato triplicato, però alla piazza qusto non è bastato. I fatti - continua Tirri - dicono che abbiamo fatto un lavoro straordinario. Il mio rapporto con Scozzari? Lui è un fratello, l'ho portato io ad Agrigento, hanno anche voglia di farmi litigare con lui". 

Per il secondo anno consecutivo l'Akragas potrebbe essere ancora rifondata. Tirri risponde così: "Abbiamo avuto la possibilità di autofinanziarci, ma questo a gennaio non era possibile. Potevamo rinnovare i rapporti con i nostri giocatori migliori, ma questo non è stato fatto. Zibert? Credo sia uno di quelli che ha più mercato. La verità è che i giocatori della scorsa stagione hanno vinto il campionato di serie D, i nostri sono richiesti da club di serie B e sono arrivati ottavi in campionato. Perdonatemi - dice Tirri - ma c'è una sottile differenza. Abbiamo provato a tenere due giocatori, ma non è andata benissimo. Il prossimo anno abbiamo la possibilità di avere un budget importante e da lì muoverci con cautela, ma tutto sta alla risposta dei soci di minoranza. Marcello Giavarini domani troverà una situazione non facile, da lì deciderà. A volte mi chiedo perchè dovrei restare, sono stato fischiato anche nell'ultima partita. Agrigento, ma anche la sua provincia - continua Tirri - deve capire che la LegaPro è un bene troppo grande per essere trattato male.  Uso i social per farmi un'idea dell'umore della gente e sinceramente vorrei vedere molta più gente allo stadio. Si da ancora importanza alle sette partite perse, senza esaltare il girone di ritorno".

E sui nuovi possibili investitori Tirri ammette: "Qualcuno si è fatto avanti, ma non vuole il bene dell'Akragas. Galliani (amministratore delegato del Milan ndr) mi insegna che niente va smentito, ma la mia paura è che il mio nome venga associato a gente sbagliata. Quindi o tutelo l'Akragas o vado via.  Giavarini domani dovrà decidere, che manchi il restante 46 percento è davvero una grande incognita ma anche una anomalia". 

Il futuro dell'Akragas non è ancora scritto, la riunione di domani è di fondamentale importanza. Peppino Tirri si siede al suo personale tavolo da poker, la puntata è stata fatta, adesso sta ai soci di minoranza decidere. 

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