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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Psicologia della notizia

Psicologia della notizia: Niente paura, è Halloween

È poco comune pensare al significato simbolico di tale festa o forse non interessa poi tanto...

Una volta l’unica festa in Italia che ci permetteva di mascherarci era Carnevale, con i suoi coriandoli, le stelle filanti, le maschere più o meno eleganti e l’illimitata diffusione del colore. Oggi basta guardare i nostri bambini o alcune vetrine di negozi per notare la comparsa di scheletri, pipistrelli, streghe, ragni e zucche e due colori predominanti: il nero e l’arancione.

Halloween diviene una “nuova” festa sbarcata in Italia da qualche anno e si inserisce nel nostro calendario nell’ultima notte di ottobre. Così, se fino a poco tempo fa l’unica ricorrenza associata a questa notte era quella cristiana di Ognissanti, seguita dai Defunti, e se gli unici soldi spesi erano esclusivamente per fiori e crisantemi, oggi esiste una nuova ritualità che ha si del giocoso, ma dietro una parvenza macabra legata agli spiriti.

È poco comune pensare al significato simbolico di tale festa o forse non interessa poi tanto saperlo, ma come ogni rituale umano cela dentro sé contenuti anche psicologici. La prima cosa semplice che si può cogliere approfondendoci su questo argomento è come Halloween permetta di esorcizzare la morte attraverso la sua frequentazione simbolico/trasformativa. È evidente, infatti, come nonostante l’identità perturbante di tale festa ci si possa permettere un approccio più gioioso e meno drammatico attraverso il quale l’uomo può avvicinarsi alla paura e alla morte.

La paura, che da sempre accompagna l’idea della morte ha lasciato una porta aperta nel nostro immaginario creando un momento "magico" in cui i morti possono tornare tra i vivi: è quello che dovrebbe succedere nella notte del 31 ottobre. I bambini che adesso vivono nella cultura di Halloween si preparano tra maschere e giochi, si apprestano a citofonare per un dolcetto o per lo scherzetto e poco risentono come noi adulti di oggi dell’unica “festa dei morti”, in cui a portarci un dono sarebbero stati esclusivamente i nostri nonni volati in cielo o qualcuno a noi caro che “tornava” in quella notte. Eppure Halloween pare allargare il suo orizzonte anche a noi grandi italiani che sembra possiamo avere l’opportunità di trovare, grazie ai costumi da streghe, maghi, demoni e folletti, il modo di liberarci dalle paure che ci portiamo dentro.

Questa festa si serve, infatti, di simboli magici che affascinano: evoca e libera dalla paura proprio per i contenuti a sfondo macabro che sono il tema dominante. Halloween ha quindi una funzione liberatoria: grazie ai "rituali" del 31 ottobre prendiamo in giro la paura, la combattiamo e la sconfiggiamo.    
E se questo vale per tutti, a maggior ragione vale per il bambino alle prese con la grande paura della crescita, paura che deve superare attraverso la maturazione che può passare anche per eventi esterni come, ad esempio, i festeggiamenti per Halloween.

Precisa la dottoressa Cecilia Ragaini, neuropsichiatra e psicoterapeuta dell’adolescenza: "Della paura si deve sempre aver rispetto, perché è un simbolo del contatto con la morte, morte che oggi ci fa ancora più paura, ma che riteniamo di poter vincere in un modo nuovo. Se in passato per sconfiggere i loro timori i ragazzi sognavano di essere Superman, il Supereroe tutto muscoli, oggi i nuovi giovani hanno come modello Harry Potter, orfano indifeso, che supera le sue grandi paure con l’intelligenza, l’astuzia, il coraggio. Anche noi adulti dovremmo fare altrettanto" (fonte “corriere della salute”, 2002).


Dott.ssa Florinda Bruccoleri Psicologa,
psicooncologa ed esperta in psicologia forense
Per contatti: florinda.bruccoleri@agrigentonotizie.it

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