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Da “surfara” ispiratrice di Pirandello a discarica abusiva

Nell'ex miniera di zolfo di Ciavolotta sarebbero nascosti pericolosi rifiuti come l'amianto.

In questi giorni l’associazione Legambiente, si legge su alcuni siti online agrigentini, avrebbe dato seguito alle numerose denunce effettuate negli ultimi anni da cittadini che segnalavano la presenza di rifiuti speciali all’interno della miniera di zolfo di Ciavolotta, nel comune di Favara. Il sopralluogo effettuati dagli ambientalisti ha portato alla luce la presenza di rifiuti composti di amianto, sfabbricidi, materie plastiche e resti  altre sostanze bruciate.

La “surfara Ciaulotta”, così chiamata dagli agrigentini è stata per anni una miniera di zolfo attiva, situata tra Favara e la frazione di Agrigento Villaggio Mosè ed era attiva a partire dal 1839.

Riportata alla luce nel 1891 il sito è profondo circa 25 metri. Il suo territorio è attraversato anche dal fiume Naro e comprende sia un tratto pianeggiante che uno collinare toccando i 240 metri sul livello del mare. All’interno dei resti dell’impianto di estrazione dello zolfo sono presenti i forni. L’attività mineraria è testimoniata da impianti di risalita e antichi ingressi ormai abbandonati.

Il luogo dalle caratteristiche fisiche sublimi è ricordato anche per essere stato ispiratore di importanti pagine letterarie partorite dalla penna di Luigi Pirandello, mentre ora a quanto pare sono diventati siti dove nascondere pericolosi rifiuti.

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