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Venerdì, 19 Aprile 2024
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In Sicilia regna la pesca di frodo

La pesca di frodo ha visto l'isola fare da padrona in questo settore che sfiancando l'economia legale, crea danni irreparabili alla biodiversità mettendo in pericolo la salute dei consumatori

È la Sicilia la regione italiana dove si commettono più reati da pesca di frodo. Nel 2012 sono stati accertati ben 1.045 illeciti, pari al 19,5% del totale nazionale. L’isola è seguita da Puglia e Campania  in questa speciale classifica ai “pirati” dei nostri mari
 Il dossier di Legambiente “Mare Monstrum” dedica un’intera sezione  a questo reato che nel 2012 ha visto aumentare sensibilmente il proprio volume d’affari. La criminalità organizzata investe parecchio nel mondo della pesca creando un vero e proprio sistema parallelo difficile da scardinare. Anche in questo settore la black list vede primeggiare le quattro regioni a tradizionale presenza mafiosa. L’attacco a cui è sottoposto il nostro mare è certificato da numeri davvero preoccupanti. In totale in Italia sono stati 5.360 i reati accertati, che hanno portato a più di 1.000 sequestri e ad un totale di 5.521 tra persone denunciate e arrestate.

Questo traffico è deleterio per tutti i comparti che tocca, a partire da quello economico. La pesca è una delle industrie importanti dell’economia italiana dove solo il pescato, secondo le elaborazioni dell'Ismea,ha un valore che si attesta intorno ai 2 miliardi di euro. Un dato non da poco  e quindi assolutamente appetibile dalla criminalità organizzata, che infischiandone delle leggi e delle normative comunitarie a tutela di questo settore compie ovunque nel mediterraneo vere e proprie razzie.

Altro fattore messo a repentaglio è la tutela della biodiversità marina. Ai pescatori di frodo interessa davvero poco quest’argomento, deturpando ogni tipo di ecosistema. Spesso per la pesca viene usata la famigerata “spadara”. Si tratta di una rete derivante, cioè non ancorata ad alcuna nave, che può essere lunga addirittura  25 chilometri. Le sue maglie fittissime intrappolano qualsiasi essere dai tonni alle tartarughe, dai delfini ai capidogli distruggendeo praticamente tutto. Per l’Unione Europea questa pratica è fuorilegge già dal 2002, ma per la criminalità marina ogni essere marino commerciabile è oro che non va sprecato, anche a danno di distruggere tutto.
Un ulteriore argomento importante chè la salute dei consumatori. Spesso i prodotti pescati di frodo finiscono sui banchi delle pescherie senza aver passato alcun controllo, a prezzi ovviamente stracciati. Il consumatore non attento, oppure consapevole che quel prodotto viene dalla criminalità, spesso attratto esclusivamente dal possibile risparmio rischia sulla direttamente sulla propria pelle. Sono numerosi i ricoveri da avvelenamento causato da pesce avariato, a Palermo nel mese di maggio si sono registrati più di 100 casi.
Combattere la pesca di frodo può iniziare dai consumatori, tutelando la propria salute, possono aiutare la biodiversità favorendo l’economia legale.
 

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