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La tradizione

Silenzio, niente carne e tanta tradizione: tutto quello che c'è da sapere sul venerdì santo

Per alcuni è un rito tramandato, per altri - invece - è un vero e proprio stile di vita

Il venerdì santo è il giorno del silenzio. È l'unico giorno dell'anno liturgico in cui non si celebra l'eucarestia e si commemora la passione e morte di Gesù seguita dalla Via Crucis. 

È giorno di digiuno e astinenza dalle carni. Per alcuni è una tradizione tramandata, per altri - invece - è un vero e proprio stile di vita.  Infatti, il 40 percento di italiani,  rispetta il dettame religioso e non consuma carne durante i venerdì di quaresima rifugiandosi in piatti a base di pesce.  La regola dell'astinenza dunque proibisce di mangiare le carni, il midollo e i prodotti sanguigni di quegli animali ed uccelli considerati carne. 

Perché non si mangia carne?

Secondo l'Antico Testamento, l'astinenza dalla carne è un modo simbolico per rinunciare ad un piacere, una forma di mortificazione. Nei tempi antichi la carne era considerata una prelibatezza, un piatto “grasso” rispetto al pesce, che veniva mangiata durante i festeggiamenti. Si fa quindi una distinzione tra la carne degli animali di terra e quelli che vivono in acqua come il pesce, consentendo il consumo solo di quest’ultimo. La chiesa proibisce il consumo degli alimenti che danno più piacere al palato e che incentivano la lussuria.

Per i cristiani, dunque, è un giorno di sacrificio, di silenzio e di astinenza. I più temerari, ma anche credenti, riescono anche a digiunare tutto il giorno. Solitamente nelle varie parrocchie si tiene una via Crucis, o più in generale la processione devozionale con il crocifisso, le statue del Cristo morto e della Madonna addolorata, o le statue che rappresentano i misteri, ossia le stazioni della Via Crucis. Ogni parrocchia, infatti, riunisce centinaia di fedeli, per un giorno che ogni cristiano rispetta a dovere. 

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