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Mercoledì, 22 Marzo 2023
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Naro, cuore barocco a due passi dalla nostra città

Il piccolo borgo in provincia di Agrigento da scoprire che custodisce tesori, bellezze architettoniche e sapori antichi

Arroccata su un colle, dominata dal Castello dei Chiaromonte e con la lussureggiante Valle del Paradiso ai suoi piedi, Naro, a meno di 36 Km da Agrigento è un autentico scrigno che custodisce gioielli forse poco conosciuti, ma molto preziosi.

Ecco allora alcuni luoghi da visitare alla scoperta di diversi e suggestivi angoli del paese tra monumenti medioevali e barocchi, resti preistorici, sicani, greco-romani, bizantini, arabo-normanni e aragonesi.

Cosa vedere

Castello Chiaramonte

Lo splendido Castello dei Chiaromonte, dichiarato monumento nazionale nel 1912. Costruito, durante il XII secolo, sulle rovine di un precedente fortilizio arabo, si adagia su un colle ad un altitudine di 600 metri sul livello del mare dal quale si può godere di un panorama straordinario.

La struttura, fu ristrutturata nel 1330 da Federico III d'Aragona che la arricchì con un mastio, una torre quadrata adibita ad abitazione e difesa. Nel lato orientale la torre porta lo stemma della famiglia Aragona, con due bifore tipicamente gotiche che illuminano la Sala del Principe, al primo piano. Nel 1336 Matteo Chiaromonte divenne signore di Naro e apportò ulteriori modifiche alla struttura del castello. Il maniero è circondato da alte mura con due torri cilindriche e due quadrangolari. All'interno vi è un vasto cortile con un pozzo al centro che ospita anche gli alloggi della guarnigione, la cappella e le scuderie.

Duomo Normanno

Poco lontano si trovano le rovine dell'antico Duomo normanno fatto costruire da Ruggiero d'Altavilla nel 1089 su una preesistente moschea e ormai in stato di abbandono. Questo divenne Matrice del paese solo nel 1174 mentre nel 1398 fu elevato al rango di Duomo.

Il Duomo

In Piazza Garibaldi sorgono la Chiesa e l'ex convento di San Francesco, costruiti nel XIII secolo. La facciata risalente al XII secolo presenta diversi elementi manieristici e spagnoleschi. L'interno è caratterizzato da una sola navata, sovrastata da un'ampia volta a botte affrescata da Domenico Provenzani. Nella sagrestia vi è un lavabo di marmo nero che riprende la scena di San Francesco che riceve le stigmate e anche dei bellissimi armadi lignei raffiguranti scene della Via Crucis.

Il Castellaccio

A circa 2 km da Naro, isolato su una rupe, sorge il Castellaccio, costruito su un'antica fortezza edificata dai Sicani nel 1240 a.C. Alcuni storici pensano che il castello sia ciò che resta della Reggia di Cocalo che si trovava nella mitica 'Camico', la leggendaria città perfetta progettata da Dedalo e costruita da Cocalo, re dei Sicani, come capitale del suo regno. Anche se si tratta di una leggenda le fondamenta a blocchi monolitici direttamente scavati nella roccia e l'immaginazione popolare hanno alimentato la convinzione che il mitico regno di Cocalo fosse ubicato qui. Il castello anticamente era circondato da mura ciclopiche di cui oggi restano solo piccole parti ed una torre.

Cosa mangiare

Una cucina varia e ricca è quella di Naro, dove la tradizione del tempo passato sopravvive nella pasta di casa. In particolare, nei maccarruna filati modellati su un ferro da calza e nei sucameli, sempre modellati su un ferro da calza, ma a cannelli molto piccoli, che vanno conditi con ragù di maiale e spolverati con la muddricata, pan grattato saltato in padella o con formaggio pecorino.

Ma la tavola narese continua con la pasta con sugo e finucchieddri sarvaggi, pasta con fave verdi o con la ricotta oppure con sugo e cavulicieddru amaru. Varie e squisite sono anche le minestre: di maccu (preparato con favi cucivuli),di cavuli, di linticchi, di fasola e di ciciri virdi.

Gli altri sfizi della tavola narese sono la froscia (frittelle di fave verdi o asparagi con uova battute), la trippa, sanguinaccio, piedi di maiale, la tuma, la ricotta fresca o salata, le olive nere, che fanno tanta coreografia a molte succulenti pietanze, le olive verdi (scacciati e cunzati con agliu, acitu e pitrusinu).

Sapori antichi ed intensi, che sono la civiltà della tavola e della buona cucina, di cui una gradevolissima peculiarità ci viene data dai dolci; i granbrinus  che sono dei biscotti, di consistenza molto simile ai savoiardi, buoni, friabili  e profumati; ma gli stessi possono essere trasformati in goduriosi pasticcini, farciti con crema pasticcera e ricoperti di glassa bianca di zucchero e codette colorate e cambiano anche il nome, diventando i pasticciotti.

Un discorso a parte, infatti, meritano i dolci ed il pane preparati in particolari ricorrenze dell'anno: per Carnevale un dolce particolare è costituito dalle sfinci, dall'etimo arabo sfang, sorta di bigné di farina, lievitati ed aromatizzati con cannella, fritti in abbondante olio e spolverati di zucchero o miele. Ed, ancora, dai cannola alla ricotta o alla crema e dal latte fritto, impasto di farina, zucchero e latte, plasmato in varie forme e fritto in abbondante olio, spolverato di zucchero o miele.

Insomma, Naro vuoi perché così ricca di prelibatezze e di storia, vuoi perché davvero vicina ad Agrigento merita di certo una visita e una giornata a passeggio tra i suoi tanti tesori.

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