“La Stranezza” alla Festa del cinema di Roma, Toni Servillo diventa Pirandello nel film con Ficarra e Picone
L'ultimo lavoro del regista Roberto Andò è stato presentato nella sezione "Grand public". L'attore che ritirò l'Oscar con Sorrentino: "Esisteranno tanti Pirandelli per quanti attori avranno il piacere e l'occasione di interpretarlo"
Grande protagonista ieri, 20 ottobre, alla diciassettesima edizione della Festa del cinema di Roma, "La Stranezza": il nuovo film del regista siciliano Robertò Ando che racconta come nacque "Sei personaggi in cerca d'autore". La pellicola, in uscita nelle sale il prossimo 27 ottobre, vedrà Toni Servillo vestire i panni del celebre autore agrigentino Luigi Pirandello. Nel cast figurano anche Ficarra e Picone .
Successo per la presentazione nella sezione "Grand public", con l’anteprima avvenuta all’interno della sala Sinopoli dell’auditorium Parco della musica Ennio Morricone. Siamo nel 1920 e Luigi Pirandello torna in Sicilia. A causa di un imprevisto incontrerà due becchini, anche attori di teatro per passione, Onofrio e Sebastiano ovvero Ficarra e Picone. Da qui la nascita di quella “stranezza” che darà vita all’immenso capolavoro.
"Era da tempo che con Valentino e Salvo ci eravamo fatti la promessa di un film insieme - racconta il regista Roberto D'Ando alla presentazione a Roma - e abbiamo colto l'occasione attraverso un vecchio appunto che avevo messo da parte e che con Massimo Gaudioso e Ugo Chiti (sceneggiatori, ndr) abbiamo trasformato in questa fantasia sul retroscena da cui nasce i Sei personaggi. La genesi è il rapporto con una materia che, per me che sono siciliano, è parte della mia vita. Il desiderio - ha spiegato D'Andò a RomaToday - di raccontare il caos, questo rapporto completamente confuso tra realtà e finzione e il piacere di proiettare lo spettatore in una vicenda irresistibile che è quella in cui si incontrano la vicenda di un creatore come Pirandello, che sta per arrivare al suo culmine e un mondo popolare incarnato da Nofrio e Bastiano".
"Non credo che esista un mio Pirandello - ha aggiunto Servillo - perché esisteranno tanti Pirandelli per quanti attori avranno il piacere e l'occasione di interpretarlo. Ho trovato immediatamente affascinante la possibilità di sottrarre Pirandello ai clichè della concettuosità, della pesantezza intellettualistica e di raccontarlo, invece, in un momento cruciale della sua vita, mentre cova questa idea così audace di teatro che diventeranno i 'Sei personaggi' e la trova - e questo è l'azzardo creativo secondo l'attore - durante un viaggio in Sicilia, dove riprende contatto con la lingua, con i riti, con i volti, con il paesaggio siciliano e incontra, per un funerale improvvisato della sua balia, due becchini che fanno gli attori in una compagnia amatoriale. Il fatto che questa occasione contribuisca alla messa a fuoco di 'Sei personaggi in cerca d'autore' mi è sembrata un'idea così strana ma anche affascinante da affrontare, mettendo Pirandello nei panni di un ascoltatore, ma senza nulla togliere alla sua inquietudine".